TORINO - “Ciao Gianluca” e la foto di Vialli che alza al cielo la Champions League 1995/1996. Così la Juventus ha commemorato su Instagram la memoria di colui che da capitano di quella squadra alzò al cielo il trofeo più importante della sua carriera da calciatore al termine di una finale vinta allo Stadio Olimpico di Roma contro l’Ajax ai calci di rigore. Gianluca Vialli se n’è andato a 58 anni.
Combatteva da lungo tempo con un cancro al pancreas. Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea oltre all’azzurro della Nazionale.
Cinque maglie vestite da professionista in carriera, salito alla ribalta nazionale e internazionale con la divisa blucerchiata della Sampdoria ma arrivato all’apice con quella bianconera della Juventus.
L’avvocato Giovanni Agnelli lo definì “il Michelangelo della Cappella Sistina” perché capace di dipingere giocate con la sua classe, ma anche di scolpire la roccia con la sua forza. Alla Juventus ci arrivò nel 1992 per 30 miliardi di vecchie lire e quattro giocatori passati in blucerchiato. Fu stimato un costo complessivo di 40 miliardi, ai tempi considerato il più oneroso trasferimento al mondo di un calciatore professionista.
Le prime due stagioni juventine con Giovanni Trapattoni in panchina furono tutt’altro che semplici, sia a causa dei molteplici infortuni sia per scelte tecniche dell’allenatore che ne offuscavano in parte il talento.
Ma è con Marcello Lippi nei due anni successivi che Vialli visse una vera e propria rinascita calcistica. In quella Juve che Lippi costruì praticamente intorno a lui, trovò anche il preparatore atletico Gian Piero Ventrone, altra sfortunata figura del calcio di casa nostra, che se n’è andato esattamente tre mesi fa e che con la sua cura da “marine” lavorò sui muscoli di Vialli rendendolo ancora più forte e più vincente.
Diventato nei due anni bianconeri con Lippi al timone l’idolo di una tifoseria che gli riservava ad ogni partita il coro “Luca Vialli segna per noi”, alla Juve totalizzò 102 presenze e 38 gol in campionato cui si aggiungono 14 presenze e 5 reti in Coppa Italia, 28 presenze e 9 reti nelle coppe europee oltre a 1 presenza e 1 gol nella Supercoppa italiana.
La sua bacheca nel periodo juventino si arricchì di uno scudetto, una Coppa Italia, una Champions League, una Coppa Uefa e una Supercoppa italiana prima di passare al Chelsea dove avrebbe poi concluso la carriera da calciatore.
In bianconero coronò il 22 maggio 1996 il suo sogno di alzare al cielo quella Champions tanto ambita e sfiorata quattro anni prima con la maglia della Sampdoria. E oggi, più che mai, quell’immagine da capitano che alza al cielo la coppa in una mite notte primaverile romana, resta scolpita nella memoria e nei cuori di molti tifosi della Juventus (ma anche di tanti sostenitori rivali) come confermano le tante testimonianze presenti sui forum, sui blog e sui social media.