LONDRA (INGHILTERRA) - L’erba londinese per tornare a vincere uno Slam dopo quasi due anni e ritoccare il suo record.
Novak Djokovic ammette che “Wimbledon potrebbe essere l’occasione migliore per vincere il mio 25esimo Slam visti i risultati che ho ottenuto qui, per come mi sento, per come gioco in questo torneo. Amo Wimbledon. L’ho sempre amato. Ho giocato sei finali nelle ultime sei edizioni. È forse il Major in cui ho ottenuto di più negli ultimi dieci anni. Quando vengo qui, mi sento ancora più ispirato a giocare il miglior tennis possibile”.
A 38 anni, inoltre, il serbo potrebbe diventare il più vecchio tennista dell’era Open a vincere uno Slam battendo il record di Ken Rosewall (vinse gli Australian Open 1972 a 37 anni, un mese e 24 giorni) e per lui sarebbe l’ottavo trionfo a Wimbledon, il primo dal 2022 dopo le ultime due finali perse, sempre per mano di Alcaraz.
E vista l’età, potrebbe anche essere l’ultima volta all’All England Club anche se su questo Nole prende tempo. “Che possa essere il mio ultimo ballo, non sono sicuro. Il mio desiderio è giocare per tanti altri anni, vorrei stare fisicamente in salute e mentalmente motivato per continuare a giocare ai più alti livelli. L’obiettivo è quello ma a questo punto della carriera non si sa mai”.
Djokovic arriva a Wimbledon dopo aver centrato finalmente a Ginevra l’obiettivo dei 100 tornei vinti nel circuito e la semifinale al Roland Garros persa con Sinner, ci arriva da numero 6 del mondo “ma non mi interessa più il ranking. Cerco solo di giocare il mio miglior tennis e vincere gli Slam: anche se nell’ultimo anno e mezzo i miei risultati sono stati instabili, nei Major ho sempre fatto quarti o semifinali a parte gli ultimi Us Open. E’ un buon segno: gli Australian Open e il Roland Garros mi hanno dimostrato che posso giocare ancora ad altissimi livelli ed è questo che mi dà una motivazione in più per andare avanti”.
A Djokovic è stato chiesto della decisione di Sinner di chiudere il rapporto con il preparatore atletico Marco Panichi e il fisioterapista Ulises Badio. “Ho lavorato con entrambi e penso che siano dei professionisti fenomenali che hanno contribuito molto al mio successo. Non so quali siano i motivi della separazione da Jannik. Anche per me è stata una sorpresa, perché credo che il gioco e la condizione fisica di Jannik siano molto migliorati nell’ultimo anno-anno e mezzo. Ma quando ci sono dei cambiamenti, non si tratta necessariamente del rapporto professionale. Ci possono essere tanti fattori. A volte semplicemente non si è più sulla stessa lunghezza d’onda, forse si cerca qualcosa di nuovo, di diverso, di fresco”.