PECHINO (CINA) - Quattro anni fa a Pyeongchang il bronzo di Nicola Tumolero nei 10000 metri del pattinaggio velocità fu la più grande sorpresa dei Giochi in casa Italia.

Stavolta il medesimo piazzamento raccolto da Davide Ghiotto non può essere definito allo stesso modo, ma comunque appartiene alla categoria delle medaglie insperate alla vigilia. Eppure è successo di nuovo, quindi la pista lunga tricolore si conferma una miniera di medaglie.

Dopo l’argento di Francesca Lollobrigida nei 3000 ecco il bronzo di Davide Ghiotto nella maratona in corsia.

Il vicentino stampa il nuovo primato nazionale a 12’45”98, lasciando sul ghiaccio 15”24 al fenomenale svedese Nils Van der Poel, dominatore della prova e autore del primato mondiale in 12’30”74, e appena 1”39 all’olandese Patrick Roest, rivestitosi d’argento.

Non me lo aspettavo. È una cosa che ho sempre desiderato, su questa distanza mi sono allenato molto e avevo sempre sfiorato il podio. L’anno scorso ero stato quarto ai Mondiali. Oggi avevo paura che la medaglia sfumasse. Sapevo che il tempo era buono ma non ero certo se fosse sufficiente per la medaglia. Alla fine lo è stato”, racconta a caldo il ventottenne vicentino delle Fiamme Gialle che sulla distanza più estenuante dell’intero programma sull’anello da 400 metri ha migliorato di quasi otto secondi il precedente primato.

Ho fatto la gara dei sogni. Ero tranquillo a livello fisico e mentale, vedevo che il tempo al giro mi veniva facile. Sinceramente pensavo a un crono più alto, ma l’aver corso nella batteria col fenomenale Van der Poel è stato un motivo di aggressività in più, sapevo che aveva nelle gambe il primato mondiale”.

Ghiotto si è espresso nella penultima batteria, pertanto ha dovuto attendere l’esito dell’ultima prima di gioire: “Osservare la serie conclusiva seduto sulla panchina è stata un’agonia. Quando ho visto che il canadese ha fatto un gesto al suo allenatore per comunicare che non ne aveva più, ho capito che era fatta e e ci ho creduto veramente. Realizzerò davvero quello che è successo solo quando riceverò la medaglia”.

Quattro anni dopo si ripete quindi lo stesso canovaccio. L’Italia è sempre di bronzo nei 10000: “Avere la medaglia in casa mi ha dato la fiducia che i nostri allenamenti erano quelli giusti. Il bronzo di Pyeongchang raccolto da Nicola è stato uno stimolo e mi ha aiutato a raggiungere questo traguardo”.