CANBERRA - Nel corso del mese, 47.500 posti di lavoro si sono aggiunti all’economia, cifra quasi doppia dei 25mila previsti dagli analisti.

Kate Lamb, responsabile delle statistiche sul lavoro dell’Australian Bureau of Statistics, ha affermato che l’incremento dell’occupazione è stato accompagnato da un calo del numero dei disoccupati, valutato in circa 10mila unità.

“Ciò ha fatto sì che il tasso di disoccupazione sia rimasto stabile al 4,2% e il tasso di partecipazione sia cresciuto al livello record del 67,1%”. 

La crescita dell’occupazione ha spinto in alto il rapporto occupazione/popolazione di 0,1 punti percentuali, ora attestatosi al 64,3%, poco meno del record toccato nel novembre dello scorso anno. 

“L’elevato rapporto occupazione/popolazione e il tasso di partecipazione mostrano che ci sono ancora un gran numero di persone che entrano nella forza lavoro e trovano lavoro, poiché i datori di lavoro continuano a cercare di coprire un numero di posti di lavoro che rimangono vacanti più del solito”, ha detto Lamb.

Il mercato del lavoro si è dimostrato resistente al raffreddamento generale dell’economia australiana, una frenata pensata per combattere l’inflazione che appare stia raggiungendo l’obiettivo prefissato.

Il dato sulla forza lavoro di oggi perviene sulla scia del taglio dei tassi d’interesse (50 punti base) da parte della Banca centrale degli Stati Uniti, fattore che non mancherà di stimolare gli interrogativi degli economisti sul prossimo passo della Reserve Bank of Australia (RBA),chiamata tra 5 giorni a rendere note le sue decisioni.

La governatrice della RBA Michele Bullock sostiene che c’è ancora molto lavoro da fare per frenare l’inflazione e ha, finora, smorzato le aspettative di tagli a breve termine, nonostante l’allentamento della politica monetaria adottato da altre economie comparabili a quella australiana.

In merito, gli economisti rimangono divisi, ma la maggior parte di essi ritiene che sia improbabile che la curva piatta seguita dalla disoccupazione influenzi il consiglio della RBA, inducendolo a decidere un taglio dei tassi d’interesse prima del 2025.