BEIRUT - È salito a 37 morti il bilancio delle vittime delle esplosioni di migliaia di dispositivi portatili tra lunedì e martedì in tutto il Libano: lo ha comunicato il ministro della Salute libanese Firass Abiad, aggiungendo che i feriti sono oltre 3.500.  

Dopo i cercapersone, i walkie talkie: a 24 ore dal primo attacco, una nuova ondata di esplosioni di dispositivi ha scosso il Libano, secondo le autorità di Beirut. L’attacco, apparentemente coordinato, non è stato rivendicato da Israele, ma funzionari libanesi, statunitensi e di altri paesi informati sulla questione, citati dai media internazionali, affermano che Tel Aviv è responsabile sia delle esplosioni mortali dei cercapersone sia di quelle degli altri dispositivi. 

Due funzionari della sicurezza libanese e un funzionario di Hezbollah, hanno affermato che gli ordigni esplosi oggi erano radio portatili appartenenti a membri di Hezbollah. Esplosioni sono state registrate anche su pannelli solari e dei dispositivi sono esplosi durante un rito funebre per i combattenti di Hezbollah morti ieri. Un megafono ha avvertito i partecipanti al funerale a rimuovere le batterie dai loro dispositivi. 

La Croce Rossa libanese ha affermato che 30 team di ambulanze sono intervenuti per rispondere a “molteplici esplosioni” in diverse aree del Libano, tra cui il sud e l’est del paese: sono scoppiati incendi in case, auto e negozi in diverse parti del paese, tra cui la valle della Bekaa e i sobborghi meridionali di Beirut, roccaforte di Hezbollah, ha affermato la Difesa civile libanese. 

L’offensiva israeliana in Libano contro Hezbollah rientra nella strategia indicata dal governo di Benjamin Netanyahu: Yoav Gallant, ministro della difesa israeliano, ha affermato che il “centro di gravità” degli sforzi militari di Israele si sta “spostando verso nord”, dirottando “forze, risorse ed energia” verso la minaccia rappresentata da Hezbollah. “Siamo all’inizio di una nuova fase di questa guerra”, ha aggiunto Gallant senza menzionare direttamente le esplosioni in Libano. 

Hezbollah promette vendetta: “Questi attacchi saranno sicuramente puniti in modo unico, ci sarà una vendetta sanguinosa e unica”, dice Hashem Safieddine, capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah. Cugino e stretto collaboratore del leader del gruppo terroristico Hassan Nasrallah, Safieddine ha aggiunto che lo stesso leader di Hezbollah “parlerà domani e tutto sarà rivelato. E saremo in una nuova situazione e in un nuovo confronto con questo nemico”. Israele, dice, “dovrebbe sapere che non siamo sconfitti, che non ci piegheremo, che non ci ritireremo e che non saremo influenzati da ciò che sta facendo”. 

Le reazioni agli attacchi di Israele non si sono fatte attendere: Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà in via straordinaria venerdì e lo stesso capo delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, condanna l’operazione israeliana dicendo che “gli oggetti civili non dovrebbero essere trasformati in armi”.