PARIGI (FRANCIA) - A un passo dalla gloria eterna, a un passo dalla medaglia più preziosa, a pochi secondi dal miracolo.

Più o meno quindici secondi, tre in più rispetto al Mondiale, hanno allontanato Filippo Ganna da un’impresa ai limiti dell’impossibile: quella di battere un Remco Evenepoel in formato stratosferico, improponibile da raggiungere per chiunque.

L’ultimo settore aveva fatto sperare in una sorta di congiunzione astrale, ma il dominio belga ha conquistato anche Pont Alexandre III, senza nessuna possibilità d’appello.

I 32,4 chilometri di Filippo Ganna sono stati quasi perfetti, a parte quella sbandata sul bagnato che aveva fatto temere per il peggio: Superpippo ha pattinato tra curve e un settore tecnico che gli ha fatto perdere qualche istante di troppo, cercando di spingere al massimo e convincendosi - come ammesso al traguardo - di poter entrare definitivamente nella storia delle due ruote.

Il romanzo non avrà avuto quel lieto fine che tutti si aspettavano e forse quel fastidio mostrato al termine della corsa potrà dare una spinta ulteriore per la pista: l’azzurro ripartirà da Montichiari e dal ritiro insieme ai compagni dell’inseguimento su pista, con l’unico obiettivo di ripetere quanto fatto a Tokyo.

Sul gradino più basso l’altro belga, quel Wout Van Aert che ha provato a rovinare i piani al proprio connazionale ma che alla fine ha condiviso lo stesso destino di Top Ganna.

“Credo da italiano è un po’ come vedere arrivare seconda la Ferrari, a tutti rode. Alla fine mi ha battuto Remco, non uno sconosciuto. Ho ritrovato sul finale la motivazione per continuare a spingere fin dall’inizio - ha dichiarato il cronoman azzurro dopo aver conquistato la prima medaglia italiana a Parigi -, ho fatto molto di più di quello che era in previsione, più di così non posso lamentarmi. Si sa, non sono un drago con la pioggia: brucia, ma ci siamo difesi, abbiamo portato a casa la prima medaglia dell’Italia. Sono felice di aver aperto le danze.

Mi spiace che non sia un oro, alla fine abbiamo lavorato tanto, abbiamo fatto tanti motivi di fatica. Van Aert me lo ha detto, sa quanto brucia, ma Remco è giovane è forte. Adesso pensiamo a recuperare bene, da domani tornerò coi miei compagni in pista, dovremo cercare di regalarvi un’altra gioia. A chi dedico la medaglia? A me stesso”.

Presente anche il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, che si è congratulato per lo storico risultato. Sulle tribune anche il Re Filippo di Belgio che ha accompagnato ai piedi del podio sia Evenepoel che Van Aert.

Giornata interlocutoria per Elisa Longo Borghini, l’azzurra si è piazzata in ottava posizione, ma la prova a cronometro è servita più per testare la gamba in vista della prova in linea. “Credo che i pronostici siano stati rispettati. Sono un po’ delusa dalla mia guida ma va bene così. Sono rimasta in piedi. Un pensiero alla prova in linea l’ho fatto. Non avevo ambizioni di medaglie ma il clima (con pioggia battente sulla capitale francese, ndr.) e il sapere che c’erano state delle cadute mi hanno condizionato”, ha dichiarato l’azzurra.