CANBERRA – Il ministro federale del Tesoro, Jim Chalmers, ha subito risposto alle sollecitazioni relative a un taglio dei tassi d’interesse anche in Australia, seguendo l’esempio di queste ore della banca centrale statunitense, facendo notare che la situazione economica australiana è sostanzialmente diversa.

Chalmers ha sottolineato che il taglio dei tassi di 50 punti base annunciata a Washington è la prima riduzione di questa portata in quattro anni, e che il tasso di riferimento negli Stati Uniti, nonostante il taglio, rimane più alto di quello australiano. Dopo la riduzione, il tasso di interesse degli Stati Uniti si attesta ora tra il 4,75% e il 5,0%, mentre il tasso di cassa dell’Australia è al 4,35%. Secondo il ministro, la decisione della Banca Centrale statunitense è solo uno dei numerosi fattori che la Reserve Bank of Australia deve considerare nelle sue decisioni di politica monetaria.

“L'economia globale è piuttosto incerta - è una delle ragioni per cui stiamo vedendo questi tagli ai tassi in luoghi come gli Stati Uniti”, ha spiegato Chalmers nel corso di un’intervista televisiva. “La loro inflazione ha raggiunto un picco molto più alto e prima che da noi. Sono più avanti di noi in questo percorso,” ha detto Chalmers. “Noi qui in Australia, abbiamo avuto una notevole riduzione dell’inflazione. Bisogna ricordare che nel 2022, l'anno in cui siamo stati eletti era quasi all'8 per cento. Ora è meno della metà”.

L’intervistatore ha poi chiesto se il Paese si trovi attualmente in una situazione di “recessione tecnica”, ipotesi subito respinta da Chalmers: “La nostra economia sta crescendo lentamente a causa dell’incertezza economica globale, dell’inflazione persistente e dei tassi di interesse più alti; tutti questi fattori si stanno combinando per rallentare la nostra crescita e indebolire il nostro mercato del lavoro. Quello che stiamo cercando di fare è un atterraggio morbido per la nostra economia... i nostri oppositori e critici vogliono un atterraggio duro. Preferirebbero che l’economia andasse indietro e che i tassi di inflazione e di interesse aumentassero”.

L’opposizione, tramite la vice leader al Senato, Michaelia Cash, ha però sostenuto che l’andamento dell’inflazione in Australia sia più preoccupante rispetto a quanto sta avvenendo negli Usa: “Non ci sono buone notizie in vista per gli australiani. Si conferma ancora una volta che l'Australia si trova in fondo alla classifica quando si tratta di affrontare l'inflazione”.

Il prossimo passo importante per la Reserve Bank australiana, in preparazione dell’annuncio sui tassi di martedì prossimo, sarà analizzare i dati sull’occupazione pubblicati dall’Australian Bureau of Statistics. Nonostante un rallentamento generale dell’economia per abbassare l’inflazione, il mercato del lavoro australiano rimane relativamente stabile, cosa che il governo federale continua a sottolineare. Da quando il governo laburista è salito al potere, sono stati creati oltre un milione di posti di lavoro. “Nel contesto di un’economia in rallentamento e di un mercato del lavoro che si sta ammorbidendo, creare un milione di posti di lavoro è un’impresa notevole”, ha sostenuto Jim Chalmers.

Si stanno moltiplicando, però, segnali di rallentamento. A luglio, il tasso di disoccupazione è aumentato dello 0,1% per il secondo mese consecutivo, raggiungendo il 4,2%. Gli economisti prevedono che i dati di agosto mostreranno un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione al 4,3%, con la perdita di circa 20.000 posti di lavoro in più.

La decisione della Federal Reserve statunitense di tagliare i tassi ha avuto un impatto immediato sui mercati globali, con il dollaro USA che ha perso valore rispetto alle principali valute. Questo ha spinto il dollaro australiano sopra i 68 centesimi statunitensi, aiutando a ridurre i prezzi dei beni importati e, quindi, a contrastare l’inflazione. Tuttavia, la reazione dei mercati è stata instabile, con il dollaro australiano che ha poi perso i suoi guadagni e i mercati azionari statunitensi che hanno chiuso in rosso per la paura di un rallentamento economico più rapido del previsto.

Nonostante tutto, la grande maggioranza degli analisti finanziari australiani prevede come “molto probabile” un taglio dei tassi da parte della RBA, almeno in occasione della sua riunione di dicembre. Inoltre, si prevedono ulteriori tagli entro la fine del prossimo anno.