CANBERRA – I lanci ufficiali delle campagne elettorali sono per i più fedeli sostenitori dei Partiti, non per la gente comune che deciderà l’esito delle elezioni, che non saprebbe distinguere David Littleproud e Richard Marles o i messaggi di Anthony Albanese e Peter Dutton.
Con gli elettori Millenial e ella generazione X che per la prima volta hanno superato i Baby Boomers alle consultazioni del 3 maggio, è poco sorprendente che gli acquirenti della prima casa siano al centro dell’attenzione di entrambi i messaggi elettorali del primo ministro e del leader dell’opposizione.
Un riconfermato governo Albanese consentirebbe agli acquirenti di versare solo il 5% di deposito, con abitazioni costruite appositamente per chi compra per la prima volta. Un futuro governo di coalizione, invece, prevede la possibilità di detrarre gli interessi ipotecari dal reddito imponibile per i primi 650mila dollari di mutuo su case di nuova costruzione.
I due piani casa alternativi arrivano con un complessivo cartellino del prezzo pari a 24 miliardi di dollari.
L’economista indipendente Saul Eslake ha criticato entrambe le proposte, sostenendo che porteranno a un aumento dei prezzi delle proprietà: “È una brutta giornata per chi spera di comprare casa”, ha dichiarato Eslake, aggiungendo che queste misure permetteranno di ottenere mutui più ampi, alimentando ulteriormente l’inflazione nel settore immobiliare.
Il piano laburista, pur essendo meno oneroso per il bilancio federale, secondo Eslake, ha comunque un impatto inflattivo. Tuttavia, la costruzione di nuove abitazioni (centomila e solo per acquirenti di prima casa, nel piano laburista, ndr) potrebbe contribuire in parte ad aumentare la disponibilità.
Il ministro per l’Edilizia abitativa Clare O’Neil ha sottolineato che il governo ha il dovere di intervenire direttamente, poiché il mercato privato non riesce a garantire case accessibili. Dall’altra parte, il portavoce della Coalizione, James Paterson, ha evidenziato politiche volte a ridurre la domanda, incluso il blocco agli investitori stranieri e una stretta sull’immigrazione. La Coalizione ha inoltre promesso 5 miliardi di dollari per infrastrutture necessarie a sostenere la costruzione di 500mila nuove abitazioni.
Con le votazioni anticipate che prenderanno il via la prossima settimana il compito di entrambi gli schieramenti è trasmettere i propri messaggi agli elettori che sono sempre meno inclini ad informarsi attraverso i media tradizionali.
Per i laburisti il lancio ufficiale della campagna elettorale a Perth segna la fine dei grandi annunci elettorali e l’inizio dell’era del consolidamento per inculcare il proprio messaggio nelle menti degli elettori.
Per la coalizione è un po’ più complicato perché hanno ritardato l’annuncio di molte promesse fino all’ultimo minuto e ora, con le vacanze pasquali e il ponte per Anzac Day, che interromperanno lo sprint finale verso il 3 maggio, potrebbero essere a corto di tempo.
L’ex primo ministro John Howard che spesso ricordava al suo Patito liberale che non si può ingrassare il maiale il giorno di mercato, ha usato un’altra metafora di stampo suino, domenica a Western Sydney al lancio della campagna della coalizione, augurandosi che Peter Dutton, riesca “a portare il bacon a casa”, ma per farlo deve dare uno scossone alla fase finale della campagna elettorale dopo i passi falsi dell’inizio, dalla marcia indietro sul lavoro da casa, alla confusione sulla riduzione di posti di lavoro nel servizio pubblico, al momento MAGA della senatrice conservatrice Jacinta Price (vedi Taccuino elettorale, ndr).
I laburisti in vantaggio nei sondaggi e con un Anthony Albanese molto più sicuro di sé, rispetto alle elezioni del 2022, non osano già cantare vittoria, perché sono consapevoli che la campagna elettorale può ancora celare grandi sorprese e colpi di scena.