BAKU (AZERBAIJAN) - A due settimane dal trionfo rosso di Monza, la Formula Uno si affaccia sul mar Caspio, a Baku, per il Gran Premio dell’Azerbaijan. Diciassettesima tappa del cammino mondiale che apre un filotto di otto gare che porteranno al termine del campionato, con verdetti più che incerti guardando sia la classifica piloti che quella costruttori.

Un weekend, dunque, dal peso specifico non indifferente, su un tracciato cittadino dove i rischi dei piloti possono costare molto più caro che su altre piste. A dimostrarlo, fin da subito, la prima sessione di prove libere, dove sono state addirittura tre le bandiere rosse sventolate dalla direzione gara.

La prima, a soli tredici minuti dal semaforo verde, causata dalla presenza di alcuni detriti sul tracciato, poi celermente sgomberato dagli steward, seppur non agevolati - così come anche gli stessi piloti - dalla tanta sporcizia che annualmente caratterizza le condizioni dell’asfalto di Baku.

Sporco in pista che ha tuttavia portato anche alla seconda bandiera rossa, causata dall’impatto della Ferrari di Charles Leclerc sulle barriere in curva 15. Il monegasco, che stava segnando il suo giro più veloce, è stato infatti coinvolto da una traiettoria poco pulita che ha portato la sua SF-24 al bloccaggio e al conseguente incidente, con rottura della sospensione destra.

Nuova interruzione, dunque, a trentadue minuti dal termine, con Leclerc che nonostante abbia avuto poco meno della metà della sessione a disposizione è comunque riuscito a far segnare il nono miglior tempo.

Griglia comandata invece da Max Verstappen, che con il suo 1:45.546 si mette davanti a tutti nelle FP1 e torna a dettare il passo in un periodo poco fortunato per la sua Red Bull. È del compagno di squadra del tre volte iridato, Sergio Perez, il terzo crono della sessione, finito soli sessantatré millesimi dietro Lewis Hamilton, secondo in 1:45.859 con la sua Mercedes.

Tempi relativi, come detto, sia per via della sporcizia in pista che per il frazionamento della sessione causato anche dalla terza bandiera rossa, arrivata a diciassette minuti dal termine per un altro incidente, quello di Franco Colapinto. Il rookie argentino ha infatti perso il controllo della sua Williams in entrata di curva 4, impattando contro le barriere prima con il posteriore e poi con la parte anteriore della sua monoposto. Danni ingenti ma comunque risolti, sia per lui che per Leclerc - nonostante qualche problema ulteriore allo sterzo per il ferrarista -, puntualmente per il semaforo verde delle FP2, proseguite senza le interruzioni della prima sessione ma con diverse uscite di pista da parte di un po’ tutte le monoposto.

Asfalto significativamente scivoloso, infatti, con tanta polvere alzata dalle vetture specialmente nel rettilineo finale e anche alcuni rifiuti ad ostacolare l'attività dei piloti, conclusasi con il miglior tempo fatto segnare proprio dalla Ferrari di Leclerc. Il monegasco mette infatti la sua Rossa davanti a tutti nella seconda griglia dei tempi della giornata, con il crono di 1:43.484 a fare la differenza sul giro secco rispetto agli altri piloti in pista.

Secondo ma vicinissimo, invece, Perez, che nel bel mezzo di una crisi apparentemente senza fine torna a far vedere la sua affinità con i circuiti cittadini, spingendo la sua Red Bull fino a sei millesimi di distanza da Leclerc.

Subito dietro Hamilton, terzo con la sua Mercedes in 1:43.550, in una giornata nella quale i due contendenti al titolo piloti non sono riusciti a trovare il feeling giusto col circuito di Baku. Rispettivamente sesto e diciassettesimo, infatti, Verstappen e Lando Norris hanno trovato non poche difficoltà nelle FP2 così come in un venerdì particolarmente sottotono e da analizzare in vista della qualifica. “Dovremmo sistemare qualcosa nel bilanciamento, se lo faremo potremo essere competitivi” commenta l’iridato, mentre per Norris “c’è ancora tanto lavoro da fare e parecchio margine di crescita, anche rispetto a Ferrari, Mercedes e Red Bull che sono tutte molto vicine tra loro”.

Un venerdì, quello di Baku, che ha anche visto il ritorno in Formula Uno del rookie Oliver Bearman. Il pilota proveniente dalla Ferrari Driver Academy, dopo il suo esordio sulla Rossa di Carlos Sainz - assente a causa di un’appendicite - in occasione della gara del Gran Premio d’Arabia Saudita, è infatti tornato in pista, stavolta su quella Haas che l’anno prossimo guiderà stabilmente ma che per questo weekend gli viene consegnata solo in sostituzione dello squalificato Kevin Magnussen. Undicesimo e decimo tempo fatti segnare dal britannico rispettivamente nella prima e seconda sessione di prove libere, a conferma di un rendimento positivo su una pista che Bearman conosce molto bene anche grazie alla sua esperienza maturata in Formula 2.