PARIGI (FRANCIA) - A un passo dall’oro. Se l’inseguimento a squadre non è riuscito a bissare il titolo di Tokyo, la madison è diventata la nuova specialità azzurra.

Dopo l’oro del duo Guazzini-Consonni il ciclismo su pista si è inventato un altro mezzo capolavoro: la coppia formata da Simone Consonni ed Elia Viviani ha portato un argento per nulla scontato in una disciplina in cui Danimarca e Nuova Zelanda rappresentavano lo spauracchio maggiore.

A fare la voce grossa è stato il Portogallo, complice anche la caduta di Simone Consonni durante uno degli ultimi cambi che ha rallentato il ritmo: poco importa, nel giro di 24 ore l’Italia conquista due medaglie in una specialità in cui il podio mancava da 24 anni con il bronzo di Martinello e Villa, oggi ct, a Sydney.

La gara sul Velodromo di Saint Quentin en Yvelines si è accesa sin da subito, con la coppia austriaca partita a caccia dei 20 punti. Gli azzurri si sono attivati intorno al venticinquesimo giro andando a vincere il terzo sprint.

La svolta è arrivata a metà, quando mancavano circa 100 giri: Viviani in fuga ha conquistato un giro pesantissimo che ha permesso agli azzurri di piazzarsi in prima posizione per un testa a testa contro la Danimarca. Nel sesto, ottavo e nono sprint sono arrivati altri 15 punti, ma la caduta ai -20 dalla conclusione ha condizionato il finale.

Ad avere la meglio è stato il Portogallo col duo Oliveira-Leitao, sul terzo gradino del podio la Danimarca con Larsen e Moerkoev.

“L’avevo detto, ci voleva coraggio. E così abbiamo fatto. Abbiamo avuto anche momenti di difficoltà - ha dichiarato Viviani -, nell’ultima volata i portoghesi sono arrivati a doppia velocità e non potevamo fare nulla. Per me è la terza medaglia in tre Olimpiadi: è un grande premio, meritato, sia per me che per Simone”.

A spiegare come è andata la corsa è stato Simone Consonni, fratello di Chiara, ieri oro nella stessa specialità: “Poteva anche andare meglio. Non avevamo niente da perdere. Volevamo fare una bella corsa, per noi e per tutta la squadra. È stata una corsa non facile: prima di oggi, io ho lavorato molto per il quartetto ed Elia per l’Omnium. Questa medaglia ci inorgoglisce e vale tanto. La caduta ci ha rovinato un pò le ultime due volate”.

Ma il metallo non scalfisce minimamente una prestazione complessiva da 9,5 in pagella: a un passo dalla perfezione, ma per come si era messa la gara l’Italia del ciclismo può soltanto sorridere.