Quando arrivai a Melbourne, nel 1981, vivevo a East Brunswick, vicino a Lygon Street, e spesso mi capitava di vedere una Rolls Royce di colore bordeaux, sempre fiammante, che mi passava davanti, alla fermata del tram. A guidarla sembrava esserci un sigaro enorme ma, dietro al fumo, c’era Paolo Mirabella.
Mi ero riproposto di non raccontare questo aneddoto in occasione della recente scomparsa del Grand’Ufficiale della Repubblica italiana, Paolo Mirabella, OAM, ma quando me l’ha riproposta il figlio Joe, incoraggiandomi a scriverlo, mi è sembrato giusto farlo.
Perché il signor Mirabella (lo conoscevo da anni ma gli ho sempre dato del lei), aveva una grande passione per le macchine, avendo guidato Maserati, negli anni ’70, prima di passare alle Rolls, negli anni ’80, e perché tutti i leader della comunità italiana di Melbourne, quando parlavano del signor Mirabella, ripetevano lo stesso aneddoto, ma, sempre con il massimo rispetto.
Paolo Mirabella, del resto, era uno di loro, un caposaldo della comunità italiana di Melbourne, un pioniere che ha spianato la strada alle nuove generazioni.
Siciliano della provincia di Ragusa, Mirabella era nato a Monterosso Almo, il 17 ottobre del 1933.
A Melbourne, doveva viveva già il padre, era arrivato nel 1951, quando era appena quattordicenne.
Il figlio Joe racconta che suo nonno non stava bene e il figlio aveva quindi detto alla madre e alla sorella, ancora in Italia (sarebbero arrivate nel 1953), che sarebbe andato lui in Australia a verificare la situazione.
Cresciuto nel periodo della guerra e del dopoguerra, Paolo Mirabella era stato costretto a maturare precocemente, si era dovuto assumere responsabilità serie, importanti, mentre alla sua età, forse, avrebbe preferito giocare a pallone.
Già, perché il signor Mirabella era anche un grandissimo appassionato di calcio. Dalla mitica Juventus di Melbourne - la squadra del cuore dal suo arrivo (ancor’oggi la sua ditta è uno dei maggiori sponsor della società sportiva Melbourne Juventus Zebra), della quale rilevò la presidenza nel 1973, quando era sotto il peso di forti debiti, posizione che lasciò solo dopo aver saldato i conti e averla portata alla vittoria nella prestigiosa Dockerty Cup, diventando campione del Victoria -, alla A-League odierna, dove milita la pluri-blasonata squadra del Melbourne Victory, della quale Mirabella è un importante azionista.
Nel turno della scorsa settimana, tutti i calciatori delle squadre maschili e femminili del Moreland Juventus Zebra hanno osservato un minuto di silenzio in onore di Paolo Mirabella e i professionisti del Melbourne Victory sono scesi in campo con la fascia nera al braccio, in segno di lutto.
Al suo arrivo in Australia, Paolo Mirabella ha lavorato in una vetreria a Spotswood, e poi in una sartoria a North Melbourne, dove era addetto alla stireria. Con una grande passione per la musica, suonava la fisarmonica e aveva iniziato l’Orchestra Mirabella, con la quale si esibiva nel fine settimana.
Nella sartoria di North Melbourne ha incontrato la collega Silvana, che di lì a pochi anni sarebbe diventata sua moglie. Silvana era nata ad Alessandria d’Egitto da padre jugoslavo (con madre siciliana) e madre siciliana, e tra loro parlavano siciliano. Oltre all’amore, tra i due si era immediatamente creata complicità, un elemento essenziale nella vita di coppia.
Con un innato pallino per il ‘business’, dopo la sartoria, quando si era in pieno boom dell’immigrazione di massa, Mirabella ha cominciato a lavorare come venditore di elettrodomestici. Rendendosi immediatamente conto del grande potenziale del settore, ben presto decise di mettersi in proprio e, assieme a Silvana, aprì il primo punto vendita di Mirabella International, al numero 151 di Lygon Street, East Brunswick.
Di lì a poco, Mirabella International si sarebbe espansa lungo la Lygon Street, e oggi va dal numero 139 al 155.
Con il fiuto per gli affari, l’interpretazione della situazione economica e anche un po’ di spirito avventuriero, che all’epoca non guastava, Paolo Mirabella è andato a Milano, alla Fiera Campionaria del 1961, accaparrandosi una serie di esclusive per l’Australia, nel campo dei mobili e, nel 1965, dei lampadari.
Abile venditore, entro la metà degli anni ’60, i suoi prodotti erano in altri negozi italiani e nelle vetrine di Myer.
I lampadari erano il prodotto di punta di Mirabella che, nel frattempo, negli anni ’70, aveva aperto anche un’agenzia di viaggi, che ancora oggi, come allora, è specializzata nel servizio personalizzato, e un giorno, mi ha raccontato Paolo (in un’intervista, anni fa): “Silvana mi ha detto, ma con tutti i lampadari che importi, dovresti includerci le lampadine”.
La cosiddetta idea-lampadina ha cominciato a lampeggiare nella mente di Paolo. Di nuovo in Italia, stringe un accordo con FILE (Fabbrica italiana lampadine elettriche), di Lecco, una delle maggiori produttrici di lampadine in Europa (ne diventerà poi uno degli azionisti, e ha venduto la sua quota negli anni 2000), per la distribuzione in Australia e nel sud-est asiatico, richiedendo però che i prodotti da lui rappresentati recassero il suo nome.
All’epoca, come oggi, il nome Mirabella dava grandi garanzie in Australia e ormai da tempo le lampadine Mirabella sono vendute ovunque.
Allargando il suo mercato alla Cina e avendo quindi raggiunto una ragguardevole tranquillità economica, Paolo Mirabella si è dedicato ad altre passioni. Importava già panettoni dal Piemonte, e ha cominciato a importare vino prodotto e imbottigliato in Franciacorta, con l’etichetta col suo nome, e olio extravergine d’oliva dal basso Lazio.
Sempre puntuale e generoso, negli appelli che hanno fatto seguito sciagure in Italia e in Australia, Mirabella è stato impegnato in tutte le istanze che hanno riguardato la comunità italiana.
Socio fondatore della Camera di Commercio italiana del Victoria (l’attuale ICCI Melbourne), ne è stato uno dei maggiori sponsor e presidente per sei anni, durante i quali ha finalizzato il gemellaggio tra le città di Milano e Melbourne.
Coadiuvato nell’impresa da Alfredo Acquaro e Tony Di Domentico, Paolo Miralbella ha affisso la sua firma sull’accordo, accanto a quelle dell’allora sindaco di Melbourne, John So, e quello di Milano, Gabriele Albertini.
Ricordando la visione e l’impegno ‘senza pari’, del Cav. Grande Ufficiale Paolo Mirabella, nella nascita e lo sviluppo di ICCI Melbourne, la sua presenza e il suo sostegno finanziario, l’attuale presidente, Luca Scribani Rossi, scrive in un messaggio: “è scomparsa un’icona della comunità italo-australiana, ma resterà sempre con tutti noi, il ricordo dei suoi innumerevoli successi, di una vita d’imprenditore e uomo di famiglia”.
Con quattro figli, oltre a Joe, ci sono Angelica, Giorgio e Vincenzo, tutti sposati, e dodici nipoti, per Silvana e Paolo la famiglia era tutto, e per anni, fino a due settimane fa, si riunivano a casa del capofamiglia per il pranzo domenicale.
Paolo Mirabella soleva dire che il suo motto era: ‘Carpe diem’, e lui sicuramente è riuscito sempre a cogliere l’attimo.
Chapeau, signor Mirabella.