Camminando tra i fiori e gli orsacchiotti deposti in ricordo delle vittime e firmando il libro delle condoglianze, il monarca ha fatto visita alla cittadina nel nord dell’Inghilterra, mentre si placano i disordini seguiti alla tragedia.

Re Carlo ha avuto un incontro privato durante il quale ha ascoltato le esperienze di alcuni dei bambini aggrediti il 29 luglio durante la lezione di ballo a tema.

Dopo l’incontro, Charles ha firmato il libro delle condoglianze al municipio di Southport, scrivendo: “Con la più profonda solidarietà”.

La visita è avvenuta mentre la Gran Bretagna valuta le implicazioni di una settimana di disordini anti-immigrati, scoppiati, riferiscono i mezzi d’informazione locali, dopo che attivisti di destra hanno utilizzato i social media per diffondere la falsa affermazione secondo la quale dietro l’accoltellamento c’era un immigrato islamico, mentre il perpetratore è il figlio di due rifugiati ruandesi.

A Southport, il pensiero della comunità è rimasto concentrato sulle tre bambine che hanno perso la vita nell’aggressione: Bebe King, 6 anni, Elsie Dot Stancombe, 7, e Alice Dasilva Aguiar, 9.

La folla ha acclamato il re fuori dal municipio di Southport, dove le persone in lutto hanno deposto mazzi di fiori e animali di peluche in omaggio alle bambine uccise.

Paige Whitby, Harriet Neal, Naomi Taylor, 13 anni, e Emie Todd, 10 anni, quattro delle bambine scampate all’accoltellamento hanno incontrato Carlo, informandolo di aver raccolto 2mila sterline (3.864 dollari) per l’ospedale pediatrico Alder Hey vendendo limonata.

Il re ha anche incontrato la polizia, i paramedici e gli altri operatori dei servizi di emergenza che avevano risposto prima all’aggressione e, più tardi, ai disordini che ne erano scaturiti.

I peggiori disordini scoppiati nel Regno Unito da oltre un decennio hanno portato a circa 1.100 arresti.

Il governo ha promesso che i rivoltosi che lanciano mattoni contro la polizia, saccheggiano negozi e attaccano moschee e alberghi utilizzati per ospitare i richiedenti asilo dovranno fare i conti con “tutta la forza della giustizia”.

Il governo del primo ministro Keir Starmer è arrivato al punto di ordinare alla polizia di emettere mandati d’arresto per chi pubblica online messaggi che possano venire interpretati come forme di incitamento all’odio e alla violenza.