Richard Pusey aveva scelto di riprendere con il proprio cellulare le immagini degli agenti deceduti o agonizzanti dopo che i quattro erano stati travolti da un autocarro.
Ad aprile dello scorso anno, gli agenti Lynette Taylor, Glen Humphris, Kevin King e Joshua Prestney persero la vita quando l’autocarro, alla cui guida si trovava Mohinder Singh, piombò su di loro sulla Eastern Freeway di Melbourne.
I quattro agenti avevano costretto ad accostare Richard Pusey, dopo averlo sorpreso a guidare la sua Porsche ad oltre 140 kmh.
Pusey, che ha parlato di sé come l’uomo più odiato d’Australia, più tardi aveva ammesso la sua responsabilità, colpevole dei quattro capi di imputazione ascrittigli: oltraggio alla pubblica decenza, possesso di stupefacenti, condotta spericolata ed eccesso di velocità.
Questa mattina la Victoria’s County Court lo ha condannato a dieci mesi di reclusione per i reati e per le infrazioni connesse al tragico incidente. Inoltre il giudice ha assegnato a Pusey un vincolo di due anni di buona condotta, ha elevato nei suoi confronti una multa di mille dollari ed ha, inoltre, sospeso la sua patente di guida per due anni.
Pusey, 42 anni,che ha già scontato 296 giorni in carcere, completerà la pena detentiva tra meno di una settimana.
Il giudice Trevor Wraight nel pronunciare la sentenza ha descritto le azioni del 42enne come insensibili e riprovevoli: “La sua condotta è stata spietata, crudele e vergognosa. Una normale reazione umana l’avrebbe indotta a chiamare immediatamente i soccorsi. Invece, lei ha ripreso la scena della tragedia aggiungendovi anche i suoi commenti”.
D’altro canto il giudice ha tenuto a sottolineare come oggi Pusey non sia stato giudicato per aver causato, né per aver contribuito alla morte dei quattro agenti.
La Corte aveva precedentemente visionato il filmato degli agenti ripresi da Pusey, una testimonianza che ha avuto significanti ripercussioni nel processo e nel decidere il verdetto emesso.
All’esterno del tribunale, il marito dell’agente Lynette Taylor, Stuart Schultze, ha parlato di un dolore “insopportabile” nell’assistere agli ultimi momenti della vita di sua moglie filmati da Pusey. Stuart Schultze ha anche parlato di una sentenza troppo clemente: “Trovo che sia oltraggioso per la pubblica decenza che non sia stata pronunciata una sentenza più appropriata”, ha detto il marito dell’agente deceduta.