La Sicilian Arts Collective Australia (SACA), fondata solamente nel 2024 e composta da vari artisti locali con discendenza siciliana, è tornata quest’anno con il quarto appuntamento del suo ‘Sicilian Salottu’, un format di incontri intimi che si tengono in diverse zone di Melbourne e che richiamano appunto quell’idea del salotto di artisti.
Questa volta il tema è stato l’esplorazione della celebre canzone popolare siciliana Ciuri Ciuri. Espressione dialettale per indicare i fiori, in questa tradizionale canzone, ben nota nel resto d’Italia come in tutto il mondo e da sempre soggetta a varie re-interpretazioni (fra le quali anche in stile musica elettronica), tramite la sua melodia allegra e accattivante vuole raccontare, in maniera ironica, le delusioni amorose.
“Sono una siciliana di terza generazione e sono cresciuta con questa canzone. È molto conosciuta ovunque e, proprio per questo, abbiamo avuto tante discussioni su quale versione portare all’evento e su come pronunciare ciuri ciuri. Nella stessa Sicilia si trovano diverse interpretazioni della canzone, non solo a seconda di chi la canta, ma anche quando viene cantata, in quale stagione e quale ora della giornata”, ci spiega Katrina Lolicato, una delle rappresentanti del SACA oltre che storica, documentatrice sociale e parte del gruppo creativo ‘Arc Up Australia’.
“Ma qui sta il bello del nostro salotto: vogliamo celebrare le differenze culturali che esistono in Sicilia, e vogliamo che il pubblico si senta coinvolto e si diverta, anche contribuendo con la loro versione”.
Impossibile, infatti, non notare i tamburelli tra le mani di molte persone sedute nella sala, e i numerosi cori di chi intonava la propria versione. Un salotto artistico, quello del SACA, che vuole essere libero da ogni regola “imposta” da altre organizzazioni culturali ed essere alla portata di tutta la comunità siciliana e italo-australiana, anche tramite l’attenta scelta dei diversi locali che ospitano i loro incontri stagionali.
“Abbiamo stabilito un salotto ogni tre mesi, tranne che nel periodo estivo. Scegliamo sempre locali nell’area nord-est di Melbourne, per la maggiore concentrazione di italiani; l’ultima volta eravamo nel cuore di Brunswick e, per questa, siamo a Reservoir. Oggi vuole essere un evento musicale interattivo, tramite esibizioni, discussioni e proiezione di documentari. Sempre con quell’idea che, attraverso la nostra cultura e l’arte, possiamo avere un migliore dialogo rispetto al passato, perché ormai la nostra comunità è parte integrante della società multiculturale australiana. Non escludiamo anche conversazioni di stampo politico”, precisa Katrina.
Un’idea che quasi richiama quella risorgimentale di Giuseppe Mazzini: un Risorgimento delle radici siciliane, attraverso l’esplorazione della musica, della lingua, della letteratura e della cinematografia. Tra i progetti futuri, infatti, c’è quello di organizzare un salotto dedicato alle pellicole horror siciliane, tra cui due degli anni ‘60.
“Essendo indipendenti, abbiamo molta libertà. E ci divertiamo tanto, oltre a imparare. Sono cresciuta con il dialetto siciliano e abruzzese dei miei nonni. Ma quando sono scomparsi, la lingua inglese ha preso il sopravvento. E così i nostri dialetti originari sono andati a scemare”.
Come Katrina, anche molti degli artisti che hanno scelto di offrire il loro contributo volontario al SACA, e chi decide di partecipare a questi salotti, si sono trovati nella stessa situazione. Salotti di “rivoluzionari” che non ci stanno a dichiarare che la cultura siciliana debba inchinarsi alla cultura inglese.