TORINO - Alcuni dubbi da sciogliere ma “non c’è un piano A e un piano B: abbiamo lavorato su tutte le possibilità contro una squadra che sta bene, che ha pareggiato con l’Inter e con la Fiorentina. Ci aspettiamo una partita veramente difficile”.
Igor Tudor, che in apertura di conferenza ha fatto i complimenti alla squadra femminile per lo scudetto conquistato in anticipo, ha ancora due giorni di tempo per capire che Juve mandare in campo lunedì sera al Tardini contro il Parma. “Questa settimana abbiamo lavorato bene, l’abbiamo sfruttata al massimo lavorando su tutti i punti di vista - le parole del tecnico croato -. Yildiz ha avuto una contusione, ha fatto un po’ con noi oggi e vediamo domani. Anche per Koopmeiners c’è un forte rischio per la partita. Mbangula e Gatti sono fuori, più quelli che c’erano prima (Bremer, Cabal e Milik)”, il punto sull’infermeria. Da quando c’è lui in panchina, la Juventus ha subito due gol da palla inattiva: “Ci mancano caratteristiche da quel punto di vista, di peso specifico, di età, di esperienza, di quella malizia che è una roba che generalmente nella squadra potrebbe mancare un po”. Bisogna provare ad avere una crescita maggiore, c’è predisposizione a migliorare. Siamo consapevoli di quello, abbiamo lavorato e speriamo di fare meglio da quel punto di vista”.
Nell’ultima partita a Vlahovic è mancato nuovamente il gol ma ha servito due ottimi assist: “Lavoriamo e parliamo tutti i giorni. L’input è stare sempre dentro la partita, lui apprende bene, ascolta, prova a mettere tutto quello che ha. È stato apprezzato anche dal gruppo, ha messo due belle palle, è un giocatore completo. È chiaro che voglia il gol, anche noi per lui. Arriverà”.
Nelle ultime settimane è cresciuto anche il rendimento di Nico Gonzalez: “E’ molto solare, molto voglioso, il calcio gli piace e gli piace stare nel gruppo. La mentalità argentina è sempre particolare nel positivo. È sempre a disposizione, può fare due o tre ruoli, può ancora crescere su tante cose. Bello avere un giocatore così nel gruppo”.
Nessun tasto particolare toccato con quei giocatori che erano entrati male con il Lecce: “Abbiamo parlato, ma senza nessun tipo di esagerazione. I giocatori capiscono, c’è da migliorare perché cinque cambi sono importanti”, ha risposto Tudor che sull’ipotesi di sentirsi traghettatore ha controbattuto: “E’ una brutta parola, sono 10-15 anni che sono in Italia e non mi dà una sensazione bella. Uno quando arriva è un allenatore, allena. La vita di un allenatore può cambiare in 3-4 partite, anche se ha il contratto di 5 anni. L’allenatore è sempre solo, vive alla giornata, di partita in partita, come va vissuta la vita. Dal passato si prendono lezioni, pensare troppo al futuro porta solo ansia”.
Tudor ha poi fatto i complimenti a Renato Veiga perché “ha 23 anni e la personalità di uno di 30. Ha doti, è veloce, parla, in campo aperto non gli scappi. Può crescere su certe cose, ha un futuro davanti a sé che dipende tutto da lui. In questa squadra è importante dal punto di vista mentale, personalità che serve”.
In conclusione, lunedì, “non mi aspetto nessuno step, mi aspetto una gara super difficile - ha detto Tudor -. Mi aspetto una bella gara dalla mia squadra e poi non è detto che loro aspettino e vadano in contropiede. Nel secondo tempo con l’Inter hanno spinto, sono andati alti, si son presi il 2-2. Non hanno pareggiato per caso o per qualche calcio piazzato, hanno fatto due gol con merito. Ai ragazzi ho ripetuto che per fare qualcosa di importante servirà non sbagliare niente. Ci stiamo preparando così, con quindici giocatori”.