SYDNEY – Secondo le statistiche presentate dall’Australian Securities and Investments Commission (ASIC), nell’ultimo trimestre dell’anno finanziario 2018-2019, 169 imprese edili hanno dovuto chiudere i battenti. Nell’arco dell’intero anno finanziario, sono fallite 556 imprese, 101 più dell’anno precedente.
Secondo gli esperti, il dato riflette il rallentamento del settore edilizio, con circa 50.000 appartamenti in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e il paesaggio urbano di Sydney costellato di appartamenti ed edifici incompiuti. 
Secondo Stephen Hathway, presidente dell’Association of Independent Insolvency Practitioners, non c’è alcun dubbio che il settore sta soffrendo, soprattutto le piccole aziende. “L’impressione che mi sono fatto – un’impressione confermata anche da altri operatori– è che il settore dell’edilizia sia entrato in una specie di circolo vizioso, dove è sempre più difficile farsi pagare prima che un’impresa fallisca o vada in amministrazione controllata”.
Pur non volendo commentare le statistiche sullo stato dell’industria edilizia, l’Australian Securities and Investments Commission attribuisce l’alto numero di fallimenti a una riduzione del flusso di denaro. A questo si aggiunge il fenomeno delle imprese edilizie fantasma, dove una nuova azienda viene creata per continuare il lavoro di un’altra, che ha dichiarato fallimento per evitare di pagare debiti e tasse.
Il governo del New South Wales sta lavorando per combattere questo fenomeno varando una serie di riforme. Malgrado l’edilizia costituisca il 6% del prodotto interno lordo dello Stato, il 20,6% di tutti fallimenti riportati nell’ultimo anno ha coinvolto aziende attive nel settore delle costruzioni.