VARSAVIA – Su invito del premier polacco Donald Tusk, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è recata a Breslavia per fare il sopralluogo delle zone di confine del sudovest della Polonia, dove diverse località sono state gravemente colpite in questi giorni dalle inondazione dovute alla tempesta Boris.

Von der Leyen ha presieduto a Breslavia un incontro di rappresentanti dei Paesi colpiti di recente dalle alluvioni: con Petr Fiala, il premier della Repubblica Ceca, Robert Fico della Slovacchia, il cancelliere austriaco Karl Nehammer oltre che premier polacco.

Tusk ha già anticipato che la Polonia chiederà l’Unione europea di sostenere con i fondi la ricostruzione della località della zona di Bassa Slesia. “Viviamo in tempi straordinari che hanno bisogno di misure straordinarie. Di primo acchitto, è possibile mobilitare 10 miliardi di euro dai fondi di coesione per i paesi colpiti. Questa è una prima reazione di emergenza, grazie ancora per aver convocato in fretta questa riunione e naturalmente saremo al vostro fianco nei mesi e negli anni che verranno quando si tratterà di riparare al disastro”, ha dichiarato von Der Leyen.

Sono almeno 21 i morti in Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Romania per il maltempo che ha colpito la zona dell’Europa centrorientale con la tempesta Boris. Danni ingenti per cui sono stanziati diverse centinaia di milioni di euro dai Paesi interessati, mentre la forte pioggia si è spostata successivamente verso spostando verso Ungheria, Slovacchia e Italia.

Mentre in Polonia il bilancio dei morti è salito a sei nelle ultime ore, in Austria si contano cinque vittime e migliaia di famiglie rimaste senza elettricità e acqua. Ma, secondo le autorità, dopo i forti temporali degli ultimi giorni, la situazione si sta lentamente allentando e il livello dell’acqua sta diminuendo.

Il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha affermato che il governo ha deciso un “pacchetto immediato” di 75 milioni di euro. In Romania la tempesta Boris ha causato la morte di sette persone e danni ingenti in particolare nella zona di Galati. In Repubblica ceca, invece, si contano tre vittime e otto dispersi. 

Le zone di confine tra Repubblica Ceca e Polonia sono state tra le più colpite: 15.000 persone sono state evacuate nella Repubblica Ceca, 3.000 in Polonia e decine di migliaia sono ancora senza elettricità.