BOLOGNA - Il fondatore del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), Abdullah “Apo” Öcalan, è ufficialmente cittadino onorario di Bologna.
Dopo il conferimento della cittadinanza da parte del Consiglio comunale, lo scorso marzo, si è svolta la cerimonia di consegna della pergamena al nipote del rivoluzionario curdo, Omer.
Il riconoscimento è stato consegnato dalla vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, nella Sala del Consiglio comunale.
Lo storico leader, rinchiuso da oltre vent’anni nell’isola prigione di Imrali, in Turchia, a fine febbraio di quest’anno ha lanciato un appello storico per chiedere la fine della lotta armata, invitando il suo partito ad abbandonare le armi.
Nel 1998 venne accolto brevemente a Roma, ma l’allora governo D’Alema, pressato da Ankara e Washington, gli rifiutò l’asilo e non garantì protezione, contribuendo così alla sua consegna alle autorità turche, un mese dopo la sua espulsione dall’Italia.
Durante gli anni di prigionia, Öcalan ha spinto per l’abbandono dei postulati classicamente marxisti-leninisti che hanno caratterizzato la nascita del partito, in favore del cosiddetto Confederalismo Democratico.
Si tratta di un nuovo paradigma ideologico, fortemente influenzata dal lungo scambio epistolare intrattenuto con l’autore anarchico statunitense Murray Bookchin, non più incentrato esclusivamente sull’identità curda, bensì pensata per i popoli del Medio Oriente nel loro insieme. Un concetto politico basato sulla democrazia diretta, sul femminismo, l’autodifesa dei popoli e il rispetto per l’ambiente.
Nel leggere le motivazioni che hanno portato al conferimento della cittadinanza, la presidente del Consiglio comunale, Maria Caterina Manca, ha sottolineato la sua “opera di difesa dei diritti e dell’autodeterminazione del popolo curdo, che lo hanno reso prigioniero politico” e ha ricordato che, anche in quella condizione, “Apo” ha chiesto “ripetutamente la pace per la Turchia, la Siria e tutto il Medio Oriente, attraverso una soluzione politica, secondo principi e ideali che rispecchiano i valori democratici della città di Bologna”.
Il capoluogo emiliano segue, quindi, quanto fatto da altri Comuni italiani, a partire da Napoli, città che per prima nel 2016 conferì la cittadinanza al fondatore del Pkk. “Questa è una scelta non solo simbolica, ma è un atto politico di riconoscimento verso il popolo curdo e il pensiero di Öcalan”, ha detto Clancy concludendo il suo discorso.
Il nipote del leader curdo, Omer Öcalan, ha preso la parola durante la cerimonia, spiegando che “in tutti questi anni Abdullah ha lottato per la pace, per una soluzione politica e ispirare il popolo curdo e del Medio Oriente con un nuovo paradigma per la pace e la giustizia”, e vorrebbe creare in Medio Oriente “un sistema più pacifico”, e ha chiesto al Governo italiano di appoggiare il processo per la pace in Kurdistan.
“Noi non siamo per il conflitto, ma lavoriamo per avvicinare i popoli”, ha concluso Omer Öcalan.