La rubrica, a cura di Frank Di Blasi, con lo scopo di ascoltare il parere di un gruppo di persone della nostra comunità, residenti in diverse località geografiche dell’area metropolitana di Melbourne e in alcune città di provincia dello Stato. Come hanno trascorso questi mesi di lockdown è il tema principale di questa serie di articoli e cosa possiamo imparare da questa situazione fuori dal comune. 

Nell’ultimo articolo abbiamo parlato con Matteo e Connie Ciavarella, residenti ad Avondale Heights. Adesso andiamo a East Keilor per parlare con Mario e Mimma Sabatini, simpatica coppia, rispettata e ben inserita nella comunità locale. Da molti anni Mario e Mimma abitano nella loro bellissima casa che nel 1983 decisero di costruire in un elegante e tranquillo quartiere di East Keilor.

Nativo di Secinaro, paese in montagna in provincia de L’Aquila, Mario partì nel 1961 a bordo della Motonave ‘Flaminia’ alla volta dell’Australia, per ricongiungersi alla sorella Nella; tecnico di elettronica, classe 1940, è uno di quelli che viene qui comunemente definito un come ‘true gentleman’. Socialmente impegnato in parecchie organizzazioni senza scopro di lucro, Mario è un genuino e coscienzioso lavoratore, è chairman della Sezione di Essendon-Keilor dell’antico Ordine di beneficenza dei Cavalieri del Southern Cross, il cui scopo principale è quello di raccogliere fondi per migliorare la vita di anziani sofferenti o con disabilità in cerca di assistenza e cura. 

Lo stesso si può dire della Confraternita di San Pietro e Paolo di cui sia lui sia la moglie Mimma sono attivi membri. E come se ciò non bastasse, Mario riesce a trovare il tempo e le energie necessarie per coprire anche il ruolo di vicepresidente non solo della Banda Musicale Italiana ‘V. Bellini’ ma anche dell’Avondale Heights & East Keilor Residents’ Association. 

Non di meno si può dire della sua consorte Mimma, anche lei impegnata in parecchie organizzazioni ma riesce a trovare il tempo per prendersi cura della casa ed elargire l’affetto di nonna ‘all’italiana’ per il marito e per i suoi due figli, Anthony e la sua consorte insieme ai due figli adolescenti Mario e Joanna, e per il secondo figlio Rosario; loro, infatti, amano tanto trascorrere del tempo a casa dei nonni. 

Per Mimma, nata e cresciuta in una famiglia con nove figli, condividere tutto ciò che si ha è sempre stata una cosa normale. Originaria di Santa Caterina d’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria, emigrò in Australia insieme ai genitori, due sorelle e tre fratelli nel 1962 all’età di 14 anni sulla motonave ‘Oceania’.

Mario e Mimma convolarono a nozze nel 1972 e insieme non si sono mai fermati con il lavoro che gli ha permesso di avere una buonissima posizione socio-economica: “Se c’è qualcosa che cerco sempre di instillare nei miei figli – afferma Mario – è che non si acquista nulla senza il lavoro e i sacrifici”. 

Chiediamo loro come stanno in questo periodo di lockdown: “La nostra è sempre stata una vita dinamica. Cerchiamo sempre di far rientrare un po’ tutto: la famiglia, gli impegni delle associazioni e il tempo libero – interviene Mimma –; l’inaspettato arrivo del COVID-19 ha distrutto tutte le nostre attività sociali. Essendo soli a casa, cerchiamo di impegnare le giornate ritornando ai vecchi tempi. Abbiamo più volte pensato a reinventarci, perciò prepariamo le tagliatelle fresche, i biscotti tradizionali abruzzesi, come le ferratelle o le pizzelle.  E abbiamo anche tagliato i capelli da soli! Dobbiamo adattarci in tutto”.

“Abbiamo migliorato il nostro rapporto con la tecnologia, perché solo con le videochiamate possiamo avvicinarci ai nostri cari figli e nipoti – aggiunge Mario –. Nel caso di questa pandemia e della forte negatività generale, c’è stato qualcosa di positivo almeno, e ci stiamo abituando a non avere più la fretta di una volta. Non vediamo più la gente correre da un posto all’altro, sembra che tutti abbiano trovato molto più tempo per riposarsi, per leggere qualche buon libro e riuscire ad apprezzare il valore della vita. Ci auguriamo che questo maledetto virus scompaia al più presto in modo che si possa tornare a una certa normalità”.

Interviene con convinzione Mimma: “Siamo nostalgici di quello che abbiamo fatto e che forse non potremo fare più. Ci manca la tranquillità perché viviamo con la paura di essere contagiati. Ci mancano tanto gli abbracci calorosi dei nipotini, l’unione familiare del pranzo settimanale, la compagnia dei nostri amici in casa e nei vari club. Sentiamo la nostalgia delle belle serate di festa. Ora che c’è bel tempo e ci mancano anche le giornate al mare. Ci manca tutto questo e molto di più. La mascherina che indossiamo ha tolto a tutti noi il sorriso”. 

“La cosa peggiore – conclude Mimma – è che il 19 maggio scorso per l’80esimo compleanno di Mario pensavamo di organizzare una gran bella festa, ma tutto è sfumato nel nulla”.