ROMA – Tecnica del bastone e della carota o meccanismo di compensazione? Dopo una legge sulla cittadinanza che, a inizio anno, ha lasciato tutti con l’amaro in bocca, ora il governo annuncia facilitazioni per l’ingresso in Italia, per motivi di lavoro subordinato, per i discendenti di italiani in Argentina, Uruguay, Brasile, Venezuela, ma anche Stati Uniti, Canada e Australia.
Questi potranno entrare e soggiornare in Italia al di fuori dei flussi programmati d’ingresso stabiliti per decreto, di anno in anno, dal governo. È quanto prevede il decreto del 17 novembre 273/2025, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
La nuova norma consente l’ingresso e soggiorno per lavoro subordinato, al di fuori delle quote massime di stranieri da ammettere in Italia, allo straniero residente all’estero, discendente di cittadino italiano e in possesso della cittadinanza di uno degli Stati che furono destinazione di rilevanti ondate di emigrazione italiana, come quelli del Sudamerica, individuati dal governo.
La scelta, si legge nel provvedimento, è stata effettuata sulla base dei dati Aire. I Paesi extraeuropei selezionati sono quelli in cui, al 31 dicembre 2024, risiedono più di 100.000 cittadini italiani iscritti all’Aire: Argentina (989.901), Brasile (682.300), Usa (241.056), Australia (166.848), Canada (148.251), Venezuela (116.396) e Uruguay (115.658).
La deroga interessa gli stranieri “discendenti” di cittadini italiani, quindi senza delimitazione generazionale (al contrario di quanto previsto per acquisire la cittadinanza e per il ricongiungimento familiare).
Per il resto, vanno seguite le procedure del lavoro subordinato, come previsto dall’articolo 22 del Testo Unico immigrazione. La procedura coinvolge il datore di lavoro, il centro per l’impiego e lo sportello unico per l’immigrazione, sia che si tratti di contratto a termine che di lavoro a tempo indeterminato.
Il datore di lavoro (italiano o straniero regolarmente residente in Italia) dovrà chiedere allo sportello unico il nullaosta per l’assunzione. Quest’ultimo documento sarà concesso sempre che non esistano motivi ostativi, di sicurezza e ordine pubblico, da parte della questura.
Una volta in Italia, inoltre, entro 8 giorni dall’ingresso (il termine dovrebbe passare a 15 giorni), il lavoratore deve recarsi allo sportello unico per sottoscrivere il contratto di soggiorno per lavoro subordinato.