BUENOS AIRES - Katherine Muñoz Turfo è un’avvocata con una solida formazione in diritto costituzionale e diritti umani, Magister dell’Università di Bologna e fondatrice del Grupo Raddo, uno studio giuridico specializzato nel riconoscimento della cittadinanza italiana.  

Da anni assiste famiglie in tutto il processo di ricostruzione della cittadinanza italiana, un tema oggi al centro dell’attenzione dopo l’introduzione del nuovo decreto legge che limita l’accesso per i discendenti. 

La prima discussione per la conversione del decreto è prevista per il 9 maggio al Senato italiano e, secondo l’esperta, si aprono diversi scenari.  

Pur ritenendo improbabile un ritorno alla normativa precedente — che permetteva la trasmissione senza limiti generazionali — Muñoz Turfo non perde la speranza su possibili modifiche: “Lo sapremo quando i politici annunceranno se effettivamente hanno concesso una proroga e per quanto tempo. Credo che non sarebbe strano, perché ci sono precedenti legislativi in merito. Comunque tengo a sottolineare che si tratta di un’ipotesi personale.” 

Una proroga, afferma, sarebbe la via più realistica e al contempo utile per tante famiglie che si trovano oggi in difficoltà: persone che hanno già investito tempo e risorse per ottenere i documenti, spesso vendendo tutto con il progetto di trasferirsi in Italia. 

“Una proroga che disponga un lasso di tempo ragionevole, per chi ha già investito tempo e denaro per il riconoscimento della cittadinanza, sarebbe uno degli scenari più favorevoli – afferma –. Ma in questo caso dovremo stare attenti e non perdere tempo”.  

Muñoz Turfo riconosce che molti aspetti della nuova normativa possono essere ritenuti anticostituzionali, ma sottolinea anche quanto sia improbabile un completo ripristino delle regole precedenti. “La decisione del governo di limitare l’accesso alla cittadinanza italiana è evidentemente inamovibile”, afferma con realismo. 

Eppure, c’è anche uno spiraglio di fiducia verso le istituzioni. “Inizialmente, quando in questi giorni i rappresentanti degli italiani all’estero dichiaravano di stare lavorando per ‘mitigare il danno’, mi era sembrata una presa di posizione un po’ debole – ammette –. Ma a Roma si stanno veramente battendo per ottenere modifiche che non vadano contro ai nostri diritti.” 

Infine, l’esperta evidenzia che, nel caso venga concessa una proroga, per gli avvocati sarà più complesso contestare successivamente la legge sul piano dell’incostituzionalità.  

Tuttavia, nell’immediato sarebbe una boccata d’aria per migliaia di persone rimaste spiazzate dalle nuove regole: “Nel panorama attuale, una proroga rappresenterebbe il miglior scenario possibile”.