BUENOS AIRES – Due quadri della pittrice Josefina Di Candia, che rappresentano rispettivamente il Colosseo e la Lupa con Romolo e Remo, accolgono i partecipanti al cenone di fine anno del Círculo Italiano e li introducono al tema della serata: l’Antica Roma.
Il menù, a cura di Anna Lanzani (vicedelagata a Buenos Aires dell’Accademia italiana della cucina e docente dell’Università di Bologna) e preparato dallo chef Luigi Iavarone, è stato il risultato di una ricerca filologica su ricettari antichi. L’iniziativa è stata ideata e organizzata dalle socie María Julia Tosi ed Emilia Percivale e si è svolta il 27 dicembre.
“Stiamo parlano di un periodo storico molto lungo – dice Lanzani –. Tra la fondazione di Roma e la caduta dell’Impero d’Occidente passano circa 1200 anni. I gusti si evolvono in un lasso di tempo così esteso e abbiamo dovuto prendere decisioni su cosa includere”.
La scelta è stata localizzarsi storicamente tra il II secolo a.C. e il I d.C., con il passaggio dalla Roma agricola, concentrata sulla conquista di territori italici, alla potenza imperiale interessata all’espansione verso oriente.
“I costumi divennero ellenizzanti – dice Lanzani –. Entrarono nella dieta elementi esotici, come i datteri. La stravaganza e l’ostentazione erano sinonimo di status symbol. Apicius, un gastronomo del I secolo d.C., autore di un trattato di cucina tra i più antichi del mondo (De re coquinaria), raccolse ricette a base di lingue di pappagallo e unghie di cammello”.
Niente di tutto questo, però, è stato proposto ai commensali del Círculo Italiano. La cena si è aperta con un Gustatio (aperitivo) a base di olive, uova sode, funghi, cetrioli sottaceto, moretum (una salsa a base di ricotta, sedano, aglio, coriandolo e olio), libum (panetti a base di ricotta, farina, uovo). Il tutto presentato su tavoli decorato con rami d’alloro bruciati, per estrarne l’aroma.
La portata principale è stata un laganum (lasagna) condita con porro e ceci, seguita da due portate di carne: pollo con miele e zenzero e maiale con senape.
Il buffet dei dessert era costituito da pesche cotta nel miele, noci e mandorle tostate, datteri ripieni alle noci e globum (palline di formaggio fritte nel miele). “I romani non conoscevano lo zucchero – spiega Lanzani – e dolcificavano tutto con il miele. Inoltre non riservavano il sapore dolce esclusivamente alla fine del pasto”.
Ai commensali è stato consegnato un menù con la descrizione, in latino e spagnolo, dei piatti e dei vini serviti.
Sol de Brito, la docente che cura i corsi di lingua e cultura italiana, ha presentato la figura di Augusto, primo imperatore romano, che regnò per 37 anni consecutivi (dal 27 a.C. al 14 d.C.). Capace di stringere grandi alleanze strategiche e di tradire amici e compagni con la spregiudicatezza tipica dei politici.
Non sono mancati gli interventi istituzionali. “Non mi rivolgerò a voi con le parole con cui i gladiatori salutavano l’imperatore”, scherza Giorgio Alliata di Montereale, presidente del Círculo, che sottolinea l’azione di promozione della “cultura italica”, cioè la tradizione greco-romana da cui discende la cultura occidentale. “Non c’è bisogno della cittadinanza italiana per apprezzarla”, afferma.
Ha poi illustrato il processo di trasformazione e valorizzazione intrapreso dal Círculo in questi anni, a partire dall’offerta culinaria, per continuare con quella culturale (le “Cene del lunedì”, i corsi di italiano e altre materie...), per concludere con la ristrutturazione della sede, iniziata due anni fa grazie ai contributi dei soci.
La cena è stata anche la prima uscita ufficiale del nuovo ambasciatore Fabrizio Nicoletti, che ha approfittato per esprimere fin da subito il proprio appoggio ai progetti del Círculo, mentre il Console Generale Carmelo Barbera ha salutato i presenti ricordando l’appuntamento del 5 dicembre al teatro Coliseo, con il concerto di Giovanni Allevi offerto dal Consolato alla collettività in occasione del Natale.