CANBERRA - Longo, per anni alla guida  della Australian Securities and Investments Commission (ASIC), ha lanciato un severo monito al settore del credito privato, avvertendo che la mancanza di trasparenza e di standard adeguati potrebbe portare l’Australia a vivere il suo personale “momento Minsky” — un improvviso crollo dei mercati dopo un lungo periodo di euforia finanziaria.

Parlando al National Press Club, Longo ha spiegato che il credito privato – ovvero i prestiti concessi da soggetti non bancari a imprese al di fuori dei mercati pubblici – è cresciuto oltre il 500% nell’ultimo decennio, ma senza che le pratiche del settore si siano evolute alla stessa velocità. “In tempi di prosperità nessuno si preoccupa della liquidità - ha affermato - Ma è la prima cosa che manca quando arriva la crisi.”

L’ASIC riconosce che l’espansione dei mercati privati ha aspetti positivi, come la disponibilità di capitale “paziente” e a lungo termine. Tuttavia, l’authority ha individuato numerosi casi di pratiche scorrette, che minacciano la fiducia degli investitori e lo sviluppo sano del comparto.

“Serve un miglioramento rilevante delle condotte - ha dichiarato Longo -. Se il settore non saprà autoriformarsi, sarà necessario introdurre nuovi vincoli legali per garantire standard più elevati e proteggere i consumatori”.

Il presidente dell’ASIC ha anche collegato la crescita del credito privato al calo delle quotazioni in borsa, accusando molte aziende di sfruttare una “arbitraggio regolatorio” per evitare gli obblighi di trasparenza imposti alle società pubbliche. “Dobbiamo riflettere sul punto in cui tracciare il confine tra pubblico e privato”, ha detto, chiedendo un sistema di reporting differenziato in base alla dimensione delle imprese.

Longo ha criticato l’eccessiva complessità degli obblighi di rendicontazione: “Perché una piccola biotech con dieci milioni di fatturato deve rispettare gli stessi requisiti di BHP, che ne fattura ottanta di miliardi?”.

Nel suo percorso per rafforzare la fiducia nei mercati finanziari, l’ASIC punta anche a intensificare il controllo sull’Australian Securities Exchange (ASX), dopo che il valore delle nuove quotazioni è crollato dell’82% in dieci anni.

Le associazioni di categoria, tra cui la Australian Banking Association e la Financial Services Council, hanno accolto positivamente l’impegno dell’ASIC nel vigilare sui mercati privati, riconoscendo la necessità di evitare che la prossima crisi finanziaria maturi lontano dai riflettori della regolamentazione.