ANKARA – La Turchia ha ufficialmente confermato di volere entrare nei Brics, l’organizzazione delle economie emergenti di cui fanno già parte Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran, Russia e Sudafrica.

“Il nostro presidente ha detto più volte che vogliamo diventare un membro dei Brics. Se ci saranno sviluppi concreti su questo lo condivideremo”, ha affermato Omer Celik, portavoce del partito Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riferisce il quotidiano con sede a Istanbul, Habertürk, (letteralmente, notizie turche), dopo l’uscita di un articolo sull’agenzia di stampa economico finanziaria statunitense Bloomberg. 

Si tratta di una mossa che era nell’aria da qualche mese, mirata ad ampliare il raggio di azione di Ankara verso Est ed espandere l’influenza globale della Turchia

Lo scorso 10 giugno il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha preso parte ai lavori del summit dei ministri degli Esteri Brics come ospite, invitato dalla Russia. A margine del summit Fidan ha definito il gruppo “un’alternativa all’Unione Europea”.

L’organizzazione, infatti, si propone di rafforzare l’asse tra le cinque principali economie emergenti; negli ultimi anni ha incrementato il proprio appeal a livello economico e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan guarda con interesse ai vantaggi che potrebbero derivare da una eventuale adesione della Turchia. Il governo turco non abbandona l’idea di una unione doganale con l’Unione Europea, che sarebbe importante per l’economia turca, ma non rinuncia alla possibilità di concludere accordi che favoriscano interscambio commerciale e investimenti con altri Paesi in crescita economica.

Secondo Erdogan l’organizzazione dei Brics non rappresenta “un’alternativa” alla Nato. “Mentre rafforziamo le nostre relazioni con l’Oriente, cerchiamo modi per promuovere la nostra cooperazione profondamente radicata con l’Occidente”, aveva affermato Erdogan in un discorso a Istanbul durante il fine settimana. All’inizio del 2024 i Brics hanno presentato un ambizioso piano di allargamento, invitando a prendere parte all’organizzazione anche Argentina, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi. 

Poche settimane fa, anche la Palestina ha presentato una domanda di ingresso. Spesso descritto come un’alternativa al G7, da cui si è distinto per il fatto di non essere guidato da Paesi occidentali, secondo molti economisti i Brics sono destinati a costituire un’organizzazione in crescita nel quadro dell’economia globale nei prossimi anni.