Può essere un insegnante carismatico, con cui si stabilisce un rapporto in cui si intrecciano corrispondenze e complementarietà diverse, come i fili dell’ordito e della trama, fino a comporre nella vita un arazzo di rara bellezza, espressione del pieno sviluppo dei talenti, della qualità e delle aspirazioni della giovane creatura, ragazzo o ragazza che sia. Può essere un allenatore. O una guida spirituale.
Un giovane che incontri un Maestro, o una Maestra, sente di aver trovato la propria stella polare: il rapporto nasce dall’ammirazione per l’eccellenza dell’adulto, dal riconoscersi in alcune sue caratteristiche, in alcuni talenti, nel percorso di vita che stimola a sognare in grande.
Nell’intuire, anche, che ogni persona di alta qualità professionale e umana ha conosciuto giorni neri e sconfitte, difficoltà e crisi, rifiuti e incomprensioni.
Nel comprendere che quell’eccellenza è nata sì da talenti ben coltivati, con costanza e disciplina, ma anche dalla capacità di analizzare e superare i momenti di crisi con luminosa resilienza, così come dal navigare senza arroganza né presunzioni nei momenti d’oro, con il vento in poppa.
Da parte del Maestro, l’incontro con l’allievo, o l’allieva, nasce da un’intuizione, da una misteriosa affinità elettiva, dal riconoscersi in alcuni tratti di personalità.
Dall’intuire talenti e riconoscere potenzialità, sentendo il raro gusto di aiutare il giovane a svilupparli al meglio, con un dialogo che sa muoversi sia sugli aspetti di apprendimento, scolastico o professionale, sia, e spesso di più, sul fronte umano, interiore e profondo. In cui l’ascolto intenso da parte dell’adulto consenta al giovane di rivelare i propri sogni, le proprie paure, i lati oscuri personali che lo inquietano, la paura di non farcela, il timore della sconfitta.
È un ascolto profondo oggi sempre più raro. Raramente il rapporto dura per tutta la vita, per molteplici fattori. Perché l’allievo stesso cresce. E un altro Maestro, un’altra Maestra, possono accompagnarne la crescita ad altri livelli professionali. Perché segue destini diversi che lo portano lontano, o sono solo diversi dall’atteso.
Il ricordo del primo Maestro resta tuttavia sempre luminoso e indelebile, se l’allievo non è un ingrato, oppure se il Maestro, pur sempre umano, non invidia l’eccellenza dell’allievo che sta crescendo oltre i suoi stessi livelli. Sentimenti negativi possono erodere anche il rapporto che era partito con le più stimolanti prospettive. Resta tuttavia prezioso il tratto di vita condiviso, perché aiuta a consolidare le fondamenta dell’identità personale e della conoscenza di sé su cui poi costruire il proprio originale progetto di vita.
Ancor più raro è avere un Mentore: pur con la saggezza e l’esperienza di un Maestro, la sua guida è discreta, intuitiva. Sa consigliare e sostenere.
Il nome nasce per antonomasia dal nome di un personaggio del mito greco. Quando Ulisse partì da Itaca per andare a combattere a Troia, affidò il suo giovane figlio Telemaco alle cure di Mentore, figlio dell’amico Alcino, che partì con lui. Mentore svolse bene il suo compito, ancor più perché la stessa dea Atena, nei momenti cruciali, prese le sue fattezze per essere d’aiuto al figlio di Ulisse, che crebbe intuitivo e saggio.
Perché merita riflettere su questo aspetto cardinale della crescita? Perché oggi mancano i Maestri, umani e veri, in tutto l’iter scolastico, università inclusa. Una perdita grave, fra le meno percepite oggi. Senza stella polare, è difficile mantenere la rotta della propria vita, almeno fino a quando non si sia così ben cresciuti da ri-orientarsi da soli.
Purtroppo una crescente parte dei nostri giovani finisce per smarrirsi in un mare di like senza destino, perché non ha adulti carismatici di riferimento. Il vuoto è così grave che pongono a ChatGPT le domande esistenziali che avrebbero rivolto a un Maestro, o a un Mentore, ottenendo risposte di ben altra attenzione, caratura e potenza maieutica.
Ricordiamolo: ChatGPT è l’acronimo di Chat Generative Pre-trained Transformer, ossia “trasformatore generativo pre-addestrato”. È specializzato nella conversazione con gli utenti umani grazie ai progressi delle reti neurali e dell’apprendimento profondo (“deep learning”).
In assenza di Maestri, e con genitori latitanti, assenti o non credibili, ecco che ChatGPT diventa per troppi giovanissimi l’adulto a cui chiedere consiglio, con esiti anche drammatici, quando viene interpellato su dilemmi esistenziali. Tuo figlio ha mai avuto un Maestro? O pensi non ne abbia bisogno?