ROMA - Il governo punta ad ampliare l’offerta produttiva del Made in Italy, per affrontare meglio le difficoltà economiche attuali e conquistare nuovi mercati. Lo ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervistato da RaiNews24 durante la seconda Giornata nazionale del Made in Italy. 

“In questi giorni, e in particolare oggi, abbiamo organizzato oltre 600 eventi con imprese e associazioni, in Italia e in 30 Paesi del mondo, nei cinque continenti”, ha spiegato Urso, secondo cui il Made in Italy rappresenta “un’arte del saper fare che distingue il nostro Paese come sinonimo di qualità, eccellenza, bellezza e bontà”.  

Accanto alle tre “A” tradizionali – abbigliamento, alimentazione e arredo - Urso ha aggiunto una quarta: l’automazione. Il ministro ha sottolineato anche l’importanza della cultura, della professionalità e “della capacità di esprimere il bello”, elementi che fanno parte della tradizione italiana.  

Oltre ai settori storici dell’export, in crescita ci sono anche nuove aree strategiche come l’aerospazio, con la corsa alla Luna e forse addirittura a Marte, la blue economy (che non è solo nautica e cantieristica, ma anche sfruttamento sostenibile delle risorse marine), le imprese artistiche e creative, la farmaceutica e la difesa.  

Su quest’ultimo punto, ha insistito il ministro, “dobbiamo essere pragmatici per meglio difendere l’Europa, la pace, la libertà e l’indipendenza del nostro continente”. 

Il governo lavora anche per rafforzare le competenze necessarie nelle imprese e ridurre gli svantaggi competitivi, come l’alto costo dell’energia. A livello europeo, ha ricordato Urso, l’Italia ha chiesto fin dall’inizio della legislatura una nuova politica industriale, con “meno burocrazia e più libertà per imprese e lavoratori”, attraverso misure contenute nel nuovo pacchetto Omnibus. 

Urso ha infine criticato alcune regole del Green Deal, definite “folli”, che avrebbero danneggiato settori strategici come l’automotive, la chimica e la siderurgia. Ha quindi ribadito la necessità di “ragionevolezza” nel confronto con gli Stati Uniti, per evitare escalation commerciali che danneggerebbero l’economia europea.  

In caso di “invasioni anomale” di prodotti extra Ue, ha concluso, serviranno invece misure di salvaguardia previste dal Wto (l’organizzazione mondiale del commercio), soprattutto per contrastare la sovrapproduzione asiatica deviata verso l’Europa.