MILANO - Una serie A compatta e decisa ad affrontare le questioni irrisolte: vivai, stadi, le quote sul betting e quel Decreto Crescita la cui abolizione non è servita a nulla.

Ezio Simonelli, nuovo presidente della Lega, si è già messo al lavoro, forte del sostegno dei 20 club.

“Ho trovato una Lega molto unita e coesa, desiderosa di essere considerata un interlocutore importante e affidabile da tutti gli stakeholders - racconta in un’intervista - Abbiamo risolto nel giro di venti giorni la composizione della nuova governance, segno dell’evidente desiderio da parte di tutti di iniziare un nuovo ciclo. Le discussioni seguite alla sua nomina? È mia intenzione guardare avanti. E oggi posso tranquillamente affermare di avere il sostegno di un numero ancora più ampio di società”.

Tanti i temi sul tavolo cari a Simonelli. Dalla valorizzazione dei vivai (“per le società di calcio sono investimenti in “ricerca e sviluppo” e come tali andrebbero trattati. Una defiscalizzazione per incentivare il lavoro sui ragazzi sarebbe una misura più che sensata. È mia intenzione parlarne con il governo”) agli stadi.

“L’esperienza insegna che in situazioni molto articolate, come ad esempio il ponte Morandi ricostruito in tempi record e senza intoppi, la presenza di un Commissario con pieni poteri può essere risolutiva, una figura necessaria per snellire i nodi procedurali presenti nel nostro Paese e per non scontrarsi con gli interessi locali. Il pubblico del calcio merita stadi adeguati oltre che, naturalmente, sicurezza per la quale pensiamo all’inserimento del riconoscimento facciale all’ingresso, utilissimo anche per snellire le lunghe procedure di entrata”.

Per quanto riguarda le scommesse, Simonelli ritiene più fattibile cambiare la legge che impedisce di utilizzare le sponsorizzazioni del betting “ponendo fine a un divieto assurdo e controproducente”, ma partendo dal fatto che “in Italia nel 2023 sono stati raccolti 14,8 miliardi di euro dalle scommesse sul calcio, non sarebbe un’eresia chiedere una percentuale per chi genera oltre 370 milioni di euro annui di gettito erariale”.

Seppellita l’ascia di guerra sul tema autonomia (“La Serie A ha ritrovato la necessaria armonia per operare nell’ambito dei rapporti con la Figc, abbiamo ottenuto un consigliere in più e l’autonomia che ci consentirà di operare in accordo e nel rispetto dei rispettivi ruoli, senza strappi”), c’è sempre il nodo del Decreto Crescita.

“I numeri dimostrano che l’abolizione non ha portato a una diminuzione del numero di calciatori stranieri arrivati in Italia, anzi. In realtà ha semplicemente inciso sulla qualità dei nuovi arrivi dall’estero avendone abbassato il livello; dall’altra parte è stata ridotta la capacità dei nostri club di offrire stipendi adeguati ai fuoriclasse stranieri. Il calcio vive di competitività a livello internazionale e più la Serie A sarà forte grazie a campioni, italiani o stranieri che siano, più introiti avrà. E di tutto questo ne beneficeranno a cascata anche le categorie inferiori grazie alla mutualità”, chiosa Simonelli.