SEUL – L’ex presidente della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, si è presentato alla Corte centrale distrettuale di Seul per la prima udienza del processo che lo vede accusato di insurrezione e abuso di potere.
Le accuse riguardano la controversa dichiarazione di legge marziale del 3 dicembre scorso. Yoon, rimosso definitivamente dalla presidenza il 4 aprile dopo la conferma dell’impeachment da parte della Corte costituzionale, è stato accolto all’ingresso del tribunale da gruppi di sostenitori e oppositori, sotto strette misure di sicurezza.
Per evitare assembramenti, l’ex presidente è entrato nell’edificio attraverso un parcheggio sotterraneo, mentre ai media è stato vietato di scattare foto all’interno dell’aula prima dell’inizio ufficiale del procedimento. Durante le questioni preliminari, Yoon ha dovuto fornire i suoi dati personali, mentre l’accusa ha presentato il caso contro di lui. L’ex presidente ha la possibilità di chiedere al giudice di esporre la sua versione dei fatti.
Se condannato per insurrezione, Yoon rischia l’ergastolo o la pena di morte, sebbene quest’ultima sia congelata da anni nel sistema giudiziario sudcoreano. Tra i testimoni attesi ci sono Cho Sung-hyun, comandante del Primo gruppo di sicurezza del Comando di difesa della capitale Seul, e Kim Hyung-ki, capo del Primo battaglione delle Forze speciali dello Special Warfare Command.
Durante il processo di impeachment, Cho aveva testimoniato che Lee Jin-woo, allora comandante della difesa della Capitale, gli aveva ordinato di inviare truppe per “espellere” i legislatori dall’Assemblea nazionale dopo la dichiarazione di legge marziale da parte di Yoon.