CARACAS – Il presidente del Consiglio dei ministri del Perù, Gustavo Adrianzén, ha affermato che il Paese andino non riconosce Edmundo González Urrutia come presidente eletto del Venezuela.

Una smentita rispetto a quanto aveva affermato il 30 luglio scorso l’allora ministro degli Esteri peruviano Javier González-Olaechea. “González non è il presidente eletto del Venezuela. Non abbiamo alcuna comunicazione ufficiale da parte dello Stato peruviano che gli riconosca questo status”, ha dichiarato Adrianzén alla radio Rpp.

“Abbiamo invece chiesto che si effettui un nuovo conteggio dei voti e ciò deve avvenire nel quadro del processo elettorale in cui i verbali elettorali devono essere rivisti”, ha chiarito il presidente del Consiglio dei ministri del Perù.

González-Olaechea, che da mercoledì non è più ministro degli Esteri, aveva invece dichiarato dopo le Presidenziali venezuelane del 28 luglio scorso che il Perù riconosceva González Urrutia come presidente eletto e non Nicolás Maduro, come invece sancito dal Consiglio elettorale di Caracas.

Nei giorni scorsi, intanto, a Caracas era arrivato un mandato di arresto per lo stesso Edmundo González, con le accuse di abuso di ufficio, incitamento alla sedizione, cospirazione e sabotaggio. Il mandato è stato emesso da un giudice competente per i casi di terrorismo su richiesta del procuratore Luis Ernesto Dueñez. Il procuratore generale Tarek William Saab aveva precedentemente annunciato indagini contro González e la leader dell’opposizione María Corina Machado con l’accusa di usurpazione di funzione e incitamento alla sedizione.

Continua così l’attività di repressione degli avversari politici che si ritrovano a contestare, insieme a gran parte del resto del mondo, il risultato delle elezioni.

E tra i Paesi che si sono immediatamente opposti ai risultati ci sono gli Stati Uniti che hanno sequestrato nella Repubblica Dominicana l’aereo del presidente venezuelano Maduro e lo hanno trasferito in Florida. A riferirlo sono stati due funzionari statunitensi alla Cnn, legando il provvedimento alla violazione delle sanzioni che gli Stati Uniti hanno imposto al regime di Maduro.

L’aereo è stato descritto dai funzionari come l’equivalente venezuelano dell’Air Force One. Si tratta di Dassault Falcon 900 del valore di circa 13 milioni di dollari (poco più di 11 milioni di euro).

Diverse agenzie federali sono state coinvolte nel sequestro, tra cui l’Homeland Security e il dipartimento di Giustizia. “Stiamo inviando un messaggio chiaro qui che nessuno è al di sopra della legge, nessuno è al di sopra della portata delle sanzioni statunitensi”, ha dichiarato uno dei funzionari.

L’Unione Europea, tramite l’alto rappresentante per gli Affari esteri Josep Borrell, ha espresso altrettanto la propria preoccupazione nei giorni scorsi, sottolineando quanto il risultato non rispetti i parametri di conformità di controllo e sia manchevole nella pubblicazione.