SYDNEY - Nonostante un’apertura in forte calo – sotto di oltre il 4% nei primi 30 minuti – l’indice è tornato in carreggiata dopo che l’Australian Securities and Investments Commission ha annunciato l’avvio di un’indagine sul gestore del mercato finanziario australiano, citando “ripetuti e gravi fallimenti”. Al centro delle preoccupazioni c’è l’aggiornamento del sistema informatico dell’ASX, afflitto da malfunzionamenti tecnici attribuiti a carenze di governance.

Tra i titoli energetici, Boss Energy è salita del 12,2%, Deep Yellow ha guadagnato il 18,5% e Paladin Energy è cresciuta dell’11,8%.

Santos ha registrato un incremento del 12,6% dopo un’offerta di acquisizione da circa 30 miliardi di dollari da parte della Abu Dhabi National Oil Company.

La spinta ai mercati energetici arriva anche a causa del conflitto in Medio Oriente: le Forze della Difesa israeliane hanno colpito il principale deposito di gas e una delle più grandi raffinerie di petrolio dell’Iran.

Negli Stati Uniti, i prezzi del petrolio sono saliti del 7,5% dall’inizio del conflitto.

Di contro, venerdì, Wall Street aveva subito perdite rilevanti: l’S&P 500 ha perso l’1,1%, il Dow Jones l’1,8% e il Nasdaq l’1,3%.

Anche i mercati europei hanno registrato cadute: il FTSE 250 di Londra è sceso dell’1%, il DAX tedesco dell’1,1% e lo STOXX Europe 600 dello 0,9%.

Nel Pacifico, oggi, l’NZX 50 della Nuova Zelanda è salito dello 0,1%, mentre il Nikkei 225 giapponese ha guadagnato lo 0,9%.