L’arte, in casa Sanciolo, non è un’attività da tempo libero. È un modo di essere e di interpretare la realtà circostante. È passione e dedizione. Una realtà quotidiana, fatta di pennelli immersi nell’acqua, odore persistente dei colori a olio e, in sottofondo, le note della musica classica che accompagnano ogni gesto creativo. Bart ed Elio Sanciolo, scultore e pittore affermati, sono cresciuti immersi in questo mondo. Ricordano bene i giorni d’infanzia, quando, accanto al padre Antonio, si sedevano davanti a piccole tele per dipingere assieme a lui.
Arrivati a Melbourne nel 1968, Bart ed Elio si ritrovano a fare i conti con il peso di un’eredità che, pur restando legata alle radici siciliane, si è trasformata in un linguaggio senza confini. È proprio la cultura del padre, con la sua passione per la civiltà e l’arte, a plasmarli in modo indelebile. “Abbiamo ereditato da lui non solo l’amore per le arti, ma anche un rispetto profondo per l’essere umano”, racconta Bart Sanciolo.
La sua carriera non è stata però un percorso lineare. Da giovane, Bart sognava di diventare pittore, ma la vita ha preso una piega inaspettata. Non riuscendo a entrare al corso di pittura dell’università, causa mancanza di posti, gli è stata proposta una via alternativa: la scultura.
“Mi è sembrato un colpo di fulmine – ammette sorridente –. Ho trovato qualcosa di misterioso che mi ha catturato senza sapere dove mi avrebbe portato. Ma l’ho seguito”.
The Reunion, scultura in bronzo e acciaio dolce saldato di Bart Sanciolo
E così, la scultura è diventata la sua vocazione. Le sue opere non sono mai scontate, né riduttive: ogni scultura è un viaggio nelle figure, una sintesi che scava in profondità per arrivare all’essenza della forma.
“Tutti noi abbiamo un’immagine del mondo, ma è solo una sintesi– spiega Bart –. Io cerco di rappresentare quella sintesi: ciò che resta quando togli il superfluo”.
Una ricerca che dà vita a linee pure che raccontano la bellezza nella sua forma più semplice.
Nel frattempo, il percorso artistico di Elio ha seguito una direzione diversa, ma altrettanto affascinante. Inizialmente attratto da un’arte figurativa dalle influenze barocche, fatta di grandi tele e di personaggi vividi, l’artista ha sentito l’esigenza di spingersi oltre, di abbandonare la rappresentazione per entrare nel regno dei ricordi e delle emozioni.
“Non dipingo più per descrivere – afferma Elio –. La pittura è diventata per me un modo per esplorare come funziona la memoria, per cercare di capire come ricordiamo”.
Il dipinto a olio Flower Girl, opera di Elio Sanciolo
I suoi quadri sono un viaggio nel tempo, un continuo richiamo al presente e al passato. Le sue tele non sono mai lineari: il ricordo è un mosaico di frammenti che, lentamente, si compongono in un racconto. “Ogni quadro comincia come una serie di frammenti separati. Poi, lentamente, si uniscono”.
Ma Elio non ha mai la certezza di dove lo porterà il suo processo: “A volte disegno senza sapere dove voglio arrivare – confessa –. E poi il quadro evolve lentamente, in modo quasi autonomo”.
Le opere di Elio non sono mai definitive. Non raccontano storie complete, ma lasciano uno spazio vuoto che diventa il terreno fertile per la fantasia dello spettatore. Per lui, l’arte è un dialogo, un invito a entrare nel processo creativo.
“Ogni elemento del mio quadro è pensato per stimolare l’immaginazione di chi guarda, per coinvolgerlo – spiega il pittore –. Il dipinto non è solo un atto dell’artista, ma anche dell’osservatore, che, di fronte alla tela, completa il racconto”. Le sue tele sono un invito a ricostruire ciò che non è stato detto, a trovare un significato negli spazi che lascia.
A Melbourne, Elio ha creato uno spazio dove le sue opere, ma anche quelle di altri artisti, possono crescere e dialogare. La galleria Elysium, che gestisce nel sobborgo di Hawthorn, è il cuore pulsante di questa visione artistica.
“Elysium non è solo un luogo dove espongo le mie opere – racconta –, è anche un luogo di scambio, di crescita, dove la musica e l’arte si incontrano”. La musica, infatti, è una parte integrante della sua visione. Beethoven, Prince o un pezzo d’opera: le melodie accompagnano ogni mostra, creando un’atmosfera unica che arricchisce l’esperienza visiva.
Proprio in questo spazio di interazione, prende vita Continuum, l’ultimo progetto dei Sanciolo. L’esposizione, infatti, rappresenta un’estensione naturale di ciò che i due fratelli siciliani hanno costruito: una riflessione sull’arte come viaggio continuo, che non si limita a un singolo momento o a una singola forma espressiva. Continuum è il legame che unisce passato e presente, pittura e scultura, padre e figli, ma anche una riflessione sul cammino che ogni individuo percorre. È un invito a pensare all’essenziale, a riflettere sul tempo e a partecipare attivamente alla creazione artistica. Ma è anche una provocazione per il nostro cervello a riempire i vuoti. La loro è un’arte che vive di interazione, che non smette mai di evolversi e che trova la sua forza nel coinvolgere lo spettatore in un dialogo soggettivo e in continua trasformazione.