BUENOS AIRES – L’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner ha confermato oggi che si presenterà in tribunale il prossimo mercoledì 18 giugno, in ottemperanza all’ordine di detenzione emesso nell’ambito del caso Vialidad.
La notizia, diffusa tramite il social network X, arriva in un momento di forte tensione giudiziaria, in cui la difesa di Kirchner insiste sulla richiesta di arresti domiciliari, citando motivi di sicurezza personale e la recente conferma dell’idoneità del suo domicilio per tale scopo.
Nel frattempo, il Tribunale Orale Federale 2 (Tof 2) ha nuovamente respinto la richiesta di detenzione immediata, avanzata dai procuratori Diego Luciani e Sergio Mola. I giudici hanno confermato il termine di presentazione per l’ex presidente e per gli altri condannati entro le prime ore di giovedì 19 giugno. Un rapporto socio-ambientale, richiesto dallo stesso tribunale, ha già validato la residenza di Kirchner in via San José 1111, nel quartiere Monserrat, come luogo idoneo per scontare la pena in regime di arresti domiciliari.
La richiesta di detenzione domiciliare, giustificata dalla difesa con l’età dell’ex presidente e, soprattutto, per motivi legati alla sicurezza, assume particolare rilievo dopo il tentativo di attentato subito da Kirchner nel 2022.
La stessa Cristina Kirchner lo ha sottolineato in un messaggio sui social: “Non si tratta di un privilegio. Al contrario, risponde a rigorose ragioni di sicurezza personale”. E ha aggiunto, evidenziando il suo ruolo istituzionale: “Sono stata presidente per due mandati consecutivi e, secondo la normativa vigente, devo disporre di una scorta a vita: è obbligatoria e non posso rinunciarvi volontariamente”.
Nei suoi messaggi, l’ex presidente ha rivolto dure critiche al potere giudiziario e alla sentenza. “Martedì, quando il triumvirato fantoccio che si finge Corte Suprema ha eseguito l’ordine di proscrizione del potere economico contro di me, limitando il voto popolare, i miei avvocati hanno presentato al Tribunale Orale n. 2 una richiesta di detenzione domiciliare nella mia casa, nel quartiere Monserrat”, ha dichiarato, attribuendo motivazioni politiche alla decisione dei giudici.
“Non siamo la destra mafiosa che elude gli ordini della giustizia, resta latitante per tre anni e, quando torna, ottiene protezione dal Partito Giudiziario e viene persino prosciolta — ha detto Kirchner alludendo a Fabián ‘Pepín’ Rodríguez Simón, che ha vissuto in Uruguay mentre era ricercato dalla giustizia argentina e, una volta rientrato, nel novembre scorso, è riuscito a evitare il carcere pagando una cauzione —. Per questo, il prossimo mercoledì 18 giugno mi presenterò a Comodoro Py per mettermi a disposizione della giustizia, come ho sempre fatto”.
Il TOF 2, composto dai giudici Jorge Gorini, Rodrigo Giménez Uriburu e Andrés Basso, sarà chiamato a decidere in ultima istanza sulla richiesta di arresti domiciliari avanzata dall’ex presidente. La decisione si baserà sul rapporto socio-ambientale, sul parere della procura e sulle garanzie di sicurezza ritenute necessarie per l’ex capo di Stato.
La condanna di Cristina Kirchner a sei anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per amministrazione fraudolenta nel caso Vialidad, è stata confermata dalla Corte Suprema, dando così avvio alla sua esecuzione.
Contemporaneamente, la Direzione per il controllo e l’assistenza all’esecuzione penale ha esteso i rapporti socio-ambientali anche ai domicili indicati dagli altri condannati nello stesso caso che hanno richiesto la detenzione domiciliare, tra cui Lázaro Báez, Nelson Guillermo Periotti e José Francisco López. Inoltre, è stato autorizzato al Corpo dei periti estimatori della Corte Suprema l’aggiornamento dell’importo del sequestro, che supera gli 86 miliardi di pesos.