CARNAGO - Esattamente un mese fa, il 21 settembre, Fonseca si sedeva al tavolo della conferenza stampa di Milanello sapendo che poteva essere l’ultima volta: era la vigilia del derby, la partita che avrebbe potuto segnare il suo futuro in rossonero.

In realtà lo ha fatto, ma nel modo meno prevedibile, e adesso è ancora lì, saldo, sulla base delle parole della società e, soprattutto, vedendo lo spirito con cui i suoi giocatori si sono sacrificati per portare a casa la vittoria in inferiorità numerica sull’Udinese.

Un mese dopo si ritrova di fronte a un altro bivio importante, questa volta per tutti e non soltanto per lui.

Perché le due sconfitte nelle prime due giornate di Champions sono un fardello già pesante, e contro il Club Brugge tutti sanno di dover invertire la rotta e portare a casa i primi tre punti per smuovere la classifica: “È quello che vogliamo - ha detto Fonseca in conferenza -. È una competizione diversa, che abbiamo cominciato contro due tra le squadre più forti in Europa in questo momento. Sono state due partite diverse: difficoltà col Liverpool, qualità col Leverkusen, soprattutto nel secondo tempo. Non abbiamo vinto, ma abbiamo dato segnali di crescita. Domani è difficile, il Brugge gioca molto bene. È una squadra con grande qualità offensiva. Se guardiamo la partita che hanno perso col Dortmund hanno dominato e creato tanto. È importante difendere bene, non tanto, ma bene. Sono una squadra con grande qualità offensiva e sugli esterni, dobbiamo essere molto concentrati sulla fase difensiva e non lasciargli la possibilità di attaccare perché sono molto pericolosi. Non è decisiva ma è importante, dobbiamo vincere”.

L’ottimismo a Fonseca non manca (“Ho di nuovo sensazioni positive, mi sembra che la squadra stia bene e con fiducia”), soprattutto dopo aver visto la sua squadra difendere “da squadra” in inferiorità numerica il gol di vantaggio contro l’Udinese, segnali fondamentali per un allenatore ma che non sono passati inosservati anche dall’esterno: “Penso che possiamo parlare di Chukwu e Okafor, sono calciatori di qualità - ha detto l’allenatore prendendo loro come esempio -. Hanno bisogno di fiducia, e penso che hanno giocato con fiducia e bene. Per un allenatore è molto positivo avere giocatori allo stesso livello per poi scegliere in base alla partita. Sono stato molto soddisfatto perché chi ha giocato ha detto a me e a tutti che possiamo contare su di loro. È la mia più grande soddisfazione avere questa possibilità”.

Allargando il discorso, il cambiamento messo in atto da Fonseca sta richiedendo più tempo di quello che ci si poteva immaginare, ma l’allenatore ha sempre voluto andare avanti con la forza delle proprie idee, anche a costo di fare scelte impopolari come le esclusioni eccellenti prima contro la Lazio e poi contro l’Udinese.

Perché, qualunque sia il suo destino, vuole giocarselo senza ritrattare niente, convinto com’è che la strada sia quella giusta: “È un cambiamento grande per raggiungere la mia idea di calcio dominante - ha spiegato -. Sento che piano piano stiamo arrivando a cose che penso saranno importanti per la squadra. I primi 30 minuti con l’Udinese abbiamo visto tante cose belle. Mi aspettavo di avere più continuità, ma con il rosso di Reijnders è stato difficile, anche se ci sono state altre cose importanti. Una squadra non si forma solo con quello che facciamo tatticamente, anche l’attitudine e la crescita del gruppo è una crescita importante. In futuro spero che questo atteggiamento possa essere la normalità, e con questo atteggiamento possiamo costruire altre cose, possiamo crescere, e secondo me stiamo crescendo”.

Chi vorrà rifarsi subito è Reijnders, protagonista suo malgrado nella gara contro l’Udinese.

La sua espulsione ha cambiato il volto della gara, ma il risultato finale ha ridato serenità e convinzione a tutto l’ambiente: “Sappiamo che dobbiamo dare di più rispetto a quanto fatto con la Fiorentina, non è stata una partita positiva per noi - ha spiegato l’olandese in conferenza -. Dovevamo cambiare, abbiamo fatto bene con l’Udinese e ora dobbiamo farlo anche in Champions League: non abbiamo ancora vinto in Europa e dobbiamo farlo. Con un mio gol? Sì, lo voglio veramente. Ho segnato in Conference, in Europa League e ora mi manca la Champions. Domani mi aspetto di essere importante per la squadra, ma va bene anche un assist”.