Ha l’Italia nel titolo ed è un formidabile tormentone creato dal Dj e produttore torinese Gabry Ponte come jingle-sigla per l’ultimo Festival di Sanremo, ma alla fase finale dell’Eurovision Song Contest, dal 13 al 17 maggio a Basilea in Svizzera, rappresenterà la Repubblica di San Marino. La scelta di “Tutta l’Italia” fatta dalla giuria del San Marino Song Contest ha confermato le previsioni della vigilia e dei bookmaker e lancia il pezzo in quell’arena dove per l’Italia gareggerà invece Lucio Corsi con “Volevo essere un duro” dopo il forfait di Olly, vincitore a Sanremo. Secondo posto per l’energica band trentina, con un pezzo in inglese, “You Get Me So High”, The Rumpled, terzo l’ucraino Teslenko con “Storm”. Quinto il cofondatore dei Subsonica, Boosta, piazzamenti invece solo dall’11O in poi, in una classifica pensata dichiaratamente per il format dell’Eurovision, per Pierdavide Carone, Marco Carta, Silvia Salemi, Bianca Atzei e Luisa Corna, ultima.

Alla gara, condotta da Flora Canto e Francesco Facchinetti, hanno partecipato 20 artisti provenienti anche da Albania, Belgio, Slovenia, Svezia e Ucraina. Il regolamento sammarinese prevede che le candidature possano arrivare da tutto il mondo e i brani interpretati in qualsiasi lingua: per questa edizione, oltre 1.100 iscritti da 48 Paesi e provini per 400 candidati. Per Ponte, 51 anni, che ha voluto dedicare la vittoria ai suoi fan (“mi ha travolto un’onda d’affetto”), è l’ennesimo successo dopo gli oltre 10 milioni di dischi venduti nel mondo con gli Eiffel 65, celebre il singolo “Blue (Da Ba Dee)” del ‘99, e le collaborazioni di punta con molti big. “Tutta l’Italia”, tra l’altro, non ha potuto partecipare direttamente a Sanremo: “Perché il regolamento - ha ricordato Ponte - prevede che ogni artista in gara debba cantare, ma io sono un Dj e la musica la faccio cantare agli altri. Con Carlo Conti abbiamo ragionato; poi lui ha avuto l’idea di farla diventare la sigla”.