PERTH – Il 2 e 3 agosto si è tenuta a Perth la conferenza biennale della MLTAWA – Modern Language Teachers’ Association of Western Australia –, dove, rispondendo al tema “Advancing Languages Education, Bridging Cultures and Connecting Comunities”, si è parlato di comunicazione linguistica attraverso l’unione di diverse culture e delle relazioni tra le comunità linguistiche. Al convegno hanno partecipato 110 docenti di lingue straniere delle scuole primarie, secondarie e universitarie, grazie a un programma ricco di interventi rilevanti proposto da Colleen Barclay, presidente della MLTAWA, insieme al comitato dell’associazione.
Durante la due giorni, si sono affrontati anche temi particolarmente attuali, quali la didattica interattiva e digitale, parlato di strumenti di glottodidattica per una reale inclusione e di attività che aiutino ad aumentare la partecipazione e la motivazione degli studenti di lingue straniere a ogni livello.
Per il Nick Norris Memorial Lecture, dr Libby Lee-Hammond e Sophia Mung hanno presentato il progetto realizzato con la Purnululu Aboriginal Independent Community School, con il quale hanno cercato di dare nuovo impulso allo studio della lingua aborigena Gija, che si sta perdendo tra i giovani della comunità. Le ricercatrici hanno documentato come, utilizzando la storia della comunità Thirrenggenji doo Joowijgarneny, sono riuscite a preparare una ricca base di apprendimento per il multilinguismo nella scuola. Proporre agli studenti un modello di acquisizione multimodale, integrata e culturalmente sensibile, ha garantito che i ragazzi si sentissero coinvolti nello studio della lingua e della cultura Gija.
Molto interessante è stata anche la presentazione di Matt Absalom, professore universitario e ricercatore della Melbourne University che ha evidenziato come la lingua inglese offra la possibilità di parlare di genere in modo accogliente ed è capace di consentire molteplici rappresentazioni, a differenza di altre lingue molto meno flessibili. Absalom ha usato l’esempio dell’italiano per esplorare, insieme ai presenti, come un idioma con un rigoroso sistema grammaticale binario di genere si comporti rispetto al tema, ma anche come la lingua si intrecci alla cultura che, a sua volta, è in continua evoluzione.
È stata poi la volta del professore emerito Joseph lo Bianco, presso la Melbourne Graduate School of Education dell’Università di Melbourne, intervenuto per proporre un quesito: “L’insegnamento delle lingue straniere può sopravvivere? Bisogna forse spingere su un’alternativa più centrata sulla cultura?”.
Partendo da elementi che impattano, o lo faranno in futuro, l’insegnamento delle lingue straniere, quali l’intelligenza artificiale, la mancanza di supporto politico e il calo dell’interesse per lo studio delle lingue da parte degli studenti, Lo Bianco ha invitato i docenti a riflettere su quale direzione prendere per muoversi verso una comprensione della lingua straniera più “culturalmente centrata”.
La due giorni è stata caratterizzata anche da momenti di condivisione fra gli insegnanti, con importanti occasioni di confronto di metodi e idee.
In chiusura, sono stati assegnati premi e riconoscimenti, tra cui il certificato di merito assegnato al professore emerito di Italianistica, John Kinder, e una medaglia alla memoria del professore Nathan Harvey per onorare l’impegno che ha profuso per supportare le lingue straniere in Western Australia e in tutto il Paese.