BUENOS AIRES – La sorte giudiziaria e politica dell’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner potrebbe decidersi già questa settimana, con la Corte suprema di giustizia della Nazione (Csjn) al centro dell’attenzione.
Il 10 giugno è la data che risuona con forza nei corridoi di Comodoro Py e negli uffici politici, data la possibilità che il massimo tribunale si esprima sul futuro dell’ex mandataria nel caso “Vialidad”.
Cristina Fernández è stata condannata nel dicembre 2022 a sei anni di prigione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per amministrazione fraudolenta nell’assegnazione di opere stradali a Santa Cruz, durante la sua presidenza. La Camera di Cassazione penale ha confermato tale condanna nel 2024.
Tuttavia, la difesa di Cfk ha presentato un ricorso straordinario davanti alla Corte Suprema, che non è ancora stato risolto e che tiene in sospeso lo scenario politico nazionale.
LE OPZIONI DELLA CORTE: TRA DIRITTO E POLITICA
La Csjn si trova davanti a un ventaglio di possibilità, ognuna con profonde implicazioni.
La più drastica e rapida sarebbe l’applicazione dell’articolo 280 del Codice di procedura civile e commerciale, che le permetterebbe di respingere direttamente il ricorso, senza entrare nel merito della causa, ritenendo che manchi di “rilevanza istituzionale”.
Se ciò accadesse, la condanna diventerebbe definitiva e Cfk sarebbe interdetta dalla possibilità di candidarsi come deputata, prima del 19 luglio 2025, per la Provincia di Buenos Aires, una zona chiave per il kirchnerismo. Una decisione di questo tipo sarebbe vista come “politica” e arbitraria, data la portata del caso.
Un’altra alternativa è che la Corte decida di accogliere il ricorso straordinario e analizzare il merito della causa. In questo scenario, potrebbe:
- Confermare la condanna a sei anni.
- Addirittura aumentare la pena a 12 anni, se accogliesse la tesi di “associazione illecita” proposta dal pubblico ministero Mario Villar.
- Anche se meno probabile secondo gli analisti, potrebbe annullare la sentenza per irregolarità.
Infine, la Csjn potrebbe scegliere di accogliere i ricorsi della difesa e rinviare il processo. Questa strategia permetterebbe a Cristina Fernández de Kirchner di mantenere i suoi diritti politici fino dopo le elezioni, rinviando la definizione della sua situazione giudiziaria.
PRESSIONI E CONTESTO POLITICO: UNO SCENARIO COMPLESSO
Il kirchnerismo, attraverso l’Istituto Patria, si mostra convinto che la Csjn si pronuncerà contro l’ex presidente a breve, prevedendo anche un possibile arresto immediato, sebbene per età (oltre 70 anni) potrebbe accedere agli arresti domiciliari.
In vista di questo scenario, si stanno preparando mobilitazioni e si denuncia una “persecuzione giudiziaria” volta a impedire la sua candidatura.
Dal governo e dall’opposizione, settori anti-kirchneristi esercitano pressioni affinché la condanna venga applicata prima delle elezioni. Alcuni peronisti tracciano paralleli con il caso di Lula in Brasile, suggerendo che, anche dal carcere, Cfk potrebbe mantenere la sua influenza politica.
La Corte Suprema, da parte sua, ha già respinto la ricusazione del giudice Ricardo Lorenzetti, accusato di parzialità dalla difesa di Cfk. Storicamente, il massimo tribunale ha evitato di pronunciarsi in anni elettorali, ma questa volta potrebbe fare un’eccezione, aggiungendo ulteriore incertezza allo scenario.
SCENARI POSSIBILI E IL LORO IMPATTO ELETTORALE
Se la Csjn decidesse di applicare l’articolo 280 o confermare la condanna, Cristina Kirchner perderebbe la candidatura e affronterebbe una pena detentiva (probabilmente domiciliare). Il kirchnerismo denuncerebbe senza dubbio una “proscrizione” e mobiliterebbe la sua base, generando un forte impatto sociale e politico.
Al contrario, se la Corte rinviasse la decisione o annullasse la condanna, Cfk potrebbe partecipare alle prossime elezioni, dove ha buone possibilità di ottenere un seggio, rappresentando così una sconfitta politica per l’attuale governo di Javier Milei.
Infine, un aumento della pena a 12 anni allungherebbe il processo, ma con una condanna di maggiore gravità.
La decisione della Corte Suprema, qualunque essa sia, si profila come una sentenza dal peso più politico che giuridico. Non solo definirà il futuro di Cristina Fernández de Kirchner, ma ridefinirà anche la mappa elettorale di quest’anno, potendo consolidare una strategia giudiziaria contro il kirchnerismo, generare una crisi istituzionale con mobilitazioni e tensioni sociali, o incidere direttamente sulle elezioni a Buenos Aires e a livello nazionale.
Tutti gli occhi saranno puntati sulla Corte Suprema che, a partire da domani, potrebbe scrivere un nuovo capitolo della storia giudiziaria e politica dell’Argentina.