Sin dalla strada, un’opera d’arte a cielo aperto accoglie i visitatori: gli alberi davanti all’ingresso sono avvolti in tessuti rosa tempestati di pois bianchi, pattern iconico di Kusama.
Proseguendo nell’atrio della galleria, una scultura raffigurante una zucca gialla a pois neri, alta ben cinque metri, ci prepara a un’esibizione unica. Quest’opera, intitolata Dancing Pumpkin, è un simbolo ricorrente nella poetica dell’artista, evocandone i ricordi dell’infanzia in Giappone.
La mostra si sviluppa su un intero piano della NGV, articolandosi in due percorsi che ripercorrono le quattro fasi principali della carriera dell’artista attraverso 180 opere, offrendo una visione completa del suo sviluppo creativo, emotivo e politico.
Nata a Matsumoto nel 1929 e cresciuta nel vivaio di famiglia, Kusama inizia il suo viaggio nell’arte con raffigurazioni figurative di fiori e piante, presto trasformate in opere astratte.
I motivi dei pois – presenti sin dai suoi primi schizzi, anche se in forma più organica – sono l’espressione della sua visione del mondo. Non semplici elementi decorativi quindi, ma una traduzione visiva delle allucinazioni visive che la accompagnano sin da piccola.
La formazione di Kusama si arricchisce inoltre di un periodo di studio a Kyoto, dove la giovane artista si sposta anche per sfuggire alla famiglia, contraria alla sua indole artistica.
Trasferitasi infine a New York nel 1958, Kusama si libera dai limiti dell’arte tradizionale e in quanto donna e artista giapponese si afferma come pioniera di performances, linee di moda, sculture e attivismo contro la guerra e a favore della libertà sessuale.
Iniziano incontri, amicizie ed esibizioni con grandi artisti come Lucio Fontana, Yves Klein, Mark Rothko e Andy Warhol e nel 1966, con il supporto del primo, Kusama crea un’installazione non ufficiale alla Biennale di Venezia: Narcissus Garden.
La grande artista internazionale Yayoi Kusama
Qui, indossando un kimono dorato, Kusama si circonda di sfere argentate specchiate che vende simbolicamente ai passanti alla modica cifra di 1.200 lire, lanciando una critica all’élitarismo dell’arte.
Una simile ricostruzione di questa installazione accoglie oggi i visitatori nell’atrio della NGV, dove 1400 sfere riflettono l’ambiente circostante, se pur senza la presenza dell’artista.
Tornata in patria nel 1973, Kusama viene acclamata da pochi, considerata un’artista ‘outsider’ anche per il suo attivismo politico, non in linea con la tradizionale cultura giapponese.
Tuttavia, l’artista continua a produrre opere e pubblica la sua prima autobiografia.
Nel 1993 diventa la prima artista a rappresentare il Giappone con una personale alla Biennale di Venezia.
Tra le sue opere più celebri esibite in quell’occasione, la Mirror Room; e una installazione simile oggi viene proposta a Melbourne con il titolo The Spirits of the Pumpkins Descended into the Heavens.
Si tratta di una stanza completamente ricoperta da pois neri su sfondo giallo con un cubo specchiato nel mezzo al cui interno si può ammirare, affacciandosi da una piccola finestrella sul lato, un mondo infinito di zucche, anch’esse a pois e ripetute all’infinito dalle superfici specchiate del cubo.
Gli ultimi decenni di Kusama, a partire dal 1995, sono caratterizzati da un’esplosione di colori e installazioni multisensoriali, di cui Melbourne ne presenta svariati esempi.
Dalla stanza Dots Obsession, con gonfiabili rossi e pois bianchi circondati da pareti specchiate, alla spettacolare Chandelier of Grief, sala esagonale anch’essa specchiata con al centro lampadari di cristallo rotanti e alla magica My Heart is Filled to the Brim with Sparkling Light, dove luci, sfere e specchi creano l’illusione di un luogo incantato infinito, ogni ambiente offre un’esperienza unica e immersiva per chiunque ne varchi la soglia.
In un’altra installazione, Love is Calling, i grandi tentacoli gonfiabili multicolore spuntano da pavimento e soffitto e vengono riflessi all’infinito, creando uno spazio surreale immenso, dove sia grandi sia piccini possono perdersi in una realtà parallela fatta di pois, vivaci colori e forme uniche.
L’installazione Love is Calling dalla mostra alla National Gallery Victoria
In questa tipologia di installazione lo spettatore diviene parte dell’opera che non ha confini visuali e può gioire di un’immersione completa nell’opera stessa, essendone circondato.
Le occasioni per fare foto e godersi la vibrante atmosfera sono tante.
Questa mostra è un invito a condividere la visione del mondo dell’artista, immergendosi nelle tonalità, nei simboli e nella fantasia di Yayoi Kusama: dal centro di Melbourne amanti e profani dell’arte possono intraprendere un viaggio alla scoperta di realtà infinite.