BUENOS AIRES – Il Tribunale orale federale (Tof) n. 2 ha confermato gli arresti domiciliari per l’ex presidente – e attuale leader del Partito Giustizialista (Pj) – Cristina Fernández de Kirchner, che sconterà così nella sua abitazione di via San José 1111, a Buenos Aires, la condanna a sei anni relativa al caso “Vialidad”.

La decisione, notificata virtualmente dal giudice Jorge Gorini, annulla l’obbligo, per l’ex presidente, di presentarsi domani a Comodoro Py. La sentenza stabilisce con precisione i termini secondo i quali Fernández de Kirchner dovrà scontare la pena.

Questa misura è stata concessa in seguito alla richiesta della difesa e considerando, tra gli altri argomenti, l’età della Kirchner e il tentato omicidio di cui è stata vittima.

La sentenza, firmata dai giudici Jorge Gorini, Rodrigo Giménez Uriburu e Andrés Basso, è categorica nelle sue disposizioni. Il documento ufficiale non solo conferma la detenzione domiciliare, ma stabilisce anche una serie di regole di condotta che l’ex presidente dovrà rispettare scrupolosamente. 

LE CONDIZIONI STABILITE PER LA DETENZIONE

Secondo il punto III del documento, le condizioni sono le seguenti:

  • Permanenza nel domicilio: Cristina Kirchner dovrà rimanere nella sua residenza in via San José 1111, senza possibilità di uscire salvo in “situazioni eccezionali di forza maggiore”, che dovranno essere “debitamente” giustificate. Qualsiasi altra uscita dovrà essere autorizzata preventivamente dal tribunale.
     
  • Convivenza: Dovrà astenersi dall’adottare “comportamenti che possano turbare la tranquillità del vicinato e/o alterare la convivenza pacifica dei suoi abitanti”.
     
  • Lista delle visite autorizzate: Entro 48 ore lavorative, l’ex presidente dovrà presentare un elenco delle persone appartenenti al suo nucleo familiare, della scorta di polizia, dei professionisti sanitari che la seguono regolarmente e dei suoi avvocati. Solo queste persone potranno accedere all’abitazione senza necessità di autorizzazione giudiziaria; per ogni altra persona non inclusa nell’elenco, sarà necessaria e motivata l’autorizzazione.

In aggiunta a queste regole, il punto V del documento ordina alla Direzione per l’assistenza delle persone sottoposte a sorveglianza elettronica (dipendente dal ministero della Sicurezza guidato da Patricia Bullrich) di installare nell’abitazione un dispositivo di sorveglianza elettronica, comunemente noto come braccialetto (o cavigliera) elettronico.

Il punto IV incarica la Direzione per il controllo e l’assistenza all’esecuzione penale di supervisionare trimestralmente la detenzione domiciliare, per valutare il rispetto delle condizioni imposte.

Infine, il punto VI annulla la convocazione a Comodoro Py, semplificando l’inizio dell’esecuzione della pena.

Máximo Kirchner, figlio dell’ex presidente, figura come garante di questa detenzione domiciliare.