PARIGI – Lecornu dopo Lecornu: al termine di una settimana di psicodramma politico, la Francia torna al punto di partenza. Il presidente Emmanuel Macron ha nuovamente nominato Sébastien Lecornu come primo ministro, dandogli “carta bianca” per formare un nuovo governo.
“Accetto, per dovere, la missione affidatami dal Presidente della Repubblica di fare tutto il possibile per dotare la Francia di un budget entro fine anno e di affrontare i problemi quotidiani dei nostri connazionali”, ha scritto Lecornu su X subito dopo la riconferma a Matignon. “Farò di tutto per riuscire in questa missione: dobbiamo porre fine a questa crisi politica, che sta esasperando il popolo francese, e a questa instabilità, che è dannosa per l’immagine della Francia e per i suoi interessi”.
Per Lecornu, la settimana appena trascorsa è stata quella delle decisioni cruciali, dei ripensamenti, dei colpi di scena: annuncio del governo, poi immediata caduta e annuncio delle dimissioni. Poi ore convulse, le insistenze del Presidente, la presunta verifica di una maggioranza “contraria allo scioglimento del Parlamento” e adesso il secondo tentativo.
Con il Rassemblement National che, a detta del presidente Jordan Bardella, voterà “immediatamente la sfiducia” a questo “scherzo di cattivo gusto che non ha futuro”.
“Promessa” di immediata sfiducia anche da parte di Lfi, che ha denunciato un nuovo “gesto dell’ombrello ai francesi [da parte di Macron], un irresponsabile ebbro di potere”. Anche ecologisti e comunisti sfiduceranno, mentre il Ps – che ha escluso di voler entrare al governo – ha riproposto con forza le sue condizioni.
La principale è anche quella finora più difficile da soddisfare nella Francia con il debito pubblico ormai fra i peggiori in Europa: sospendere la riforma delle pensioni, tornando quindi ai 62 anni per lasciare il lavoro. Anche i Républicains, finora partito della maggioranza, hanno dichiarato che non faranno parte del governo. Ci sarà spazio per un “sostegno” volta per volta. Contrario alla partecipazione anche il capo del partito, Bruno Retailleau, che non vuole essere confermato agli Interni.
Era sembrato che Lecornu potesse annunciare i ministri del suo nuovo governo addirittura la sera stessa della riconferma, consentendo il viaggio del presidente Macron in Egitto per testimoniare il sostegno della Francia all’accordo raggiunto fra Israele e Hamas.
Il Lecornu 2, secondo le indiscrezioni, dovrebbe essere quindi composto essenzialmente da esponenti del centro macroniano, dove si segnalano i malumori di diversi deputati di Renaissance, il partito del presidente guidato da Gabriel Attal, l’ex premier in rapporti sempre più freddi con il capo dello Stato. A questi ministri di stretta osservanza macroniana, si aggiungerebbero personalità vicine ai partiti ma senza tessera. “Voglio un governo libero, non imprigionato dai partiti”, è l’aspirazione del premier.
Resta da convincere i socialisti e capire se Macron ha dato il via libera al suo premier per bloccare la riforma delle pensioni.