Per Breana Stillman, soprano originaria di Melbourne, la musica non è solo arte o intrattenimento: è uno strumento di trasformazione sociale, un linguaggio universale capace di creare ponti tra culture e persone. “Credo davvero che la musica possa unire chiunque, indipendentemente dall’origine, dalla religione o dal contesto sociale. È una forma d’espressione potentissima, soprattutto per chi ha vissuto traumi o marginalità”, racconta.
Una convinzione maturata non solo sui palcoscenici lirici europei, ma anche nelle scuole di Todi, tra i vicoli di Roma, e persino nei quartieri più poveri di Nairobi. Oggi, Breana divide la sua vita tra l’Umbria e la Capitale, con occasionali viaggi in Kenya, dove porta avanti progetti educativi attraverso la sua organizzazione benefica OperAffinity.
La storia d’amore tra la cantante australiana e l’Italia comincia da un articolo di giornale. “I miei genitori lessero su un quotidiano di Melbourne che Todi era stata definita ‘la città più vivibile del mondo’. Così decisero di fare un viaggio in Umbria e si innamorarono perdutamente del luogo. Alla fine, hanno comprato una casa lì. Io ero ancora un’adolescente e stavo iniziando a studiare canto lirico. Visitare Todi e vedere quel borgo così ricco di storia e cultura... mi ha davvero ispirata. Credo sia stato lì che ho deciso di diventare un soprano”.
Dopo anni di formazione in Europa – prima a Londra, poi in Germania – Breana ha realizzato il sogno di vivere tra Roma e l’Umbria: “Ho il meglio di entrambi i mondi: la vita culturale intensa della Capitale e la bellezza senza tempo di Todi, dove torno ogni volta che posso”.
L’adattamento alla vita italiana è stato sorprendentemente naturale per lei, cresciuta nel quartiere di Parkville, a due passi dalla italianissima Lygon Street. “Sono sempre stata circondata dalla cultura italiana, con i suoi valori familiari, la musica, il buon cibo... Quando andavo a trovare i miei genitori in Umbria, c’erano sempre cene in cui si prendeva una chitarra e si iniziava a cantare. Per me era il paradiso”.
Non sorprende quindi che, dopo aver calcato i palcoscenici di prestigiose istituzioni europee, Stillman abbia deciso di fondare proprio a Todi OperAffinity, un’organizzazione nata con l’obiettivo di “aprire” la musica classica e l’opera a nuovi pubblici, con un’attenzione particolare all’inclusione e all’educazione.
L’ispirazione definitiva è arrivata da un’esperienza in Kenya, dove la soprano si era recata per visitare suo padre. “All’epoca lavoravo in un teatro d’opera in Germania e decisi di portare alcuni colleghi musicisti con me nei quartieri più poveri di Nairobi. Per molti bambini era la prima volta che ascoltavano musica classica, eppure la risposta fu incredibile. Ricordo ancora i loro occhi pieni di stupore. Ho capito che dovevo fare di più: creare un ponte tra mondi diversi attraverso la musica”.
Da lì sono nati laboratori, workshop e concerti, sia in Kenya che in Italia, in collaborazione con ambasciate, istituzioni culturali e comunità locali. A Roma, ad esempio, OperAffinity ha lavorato con gruppi di rifugiati provenienti da Ucraina, Siria e Afghanistan, offrendo esperienze musicali come forma di accoglienza e integrazione.
La musica come forma di accoglienza e educazione.
Ma il progetto più ambizioso di Breana Stillman è il Todi Musica Festival, la cui prima edizione si è svolta nel 2023. “Abbiamo ospitato 14 cantanti d’opera da 14 Paesi diversi: per me è stato emozionante vedere artisti da tutto il mondo uniti dalla stessa passione. Oltre ai concerti, abbiamo coinvolto oltre 150 giovani musicisti umbri in percorsi di formazione con professionisti di Berlino, Roma e altre città europee”.
Tra gli ospiti d’onore, anche l’Australian String Quartet. Il festival, che si svolge tra piazze, chiostri e terrazze panoramiche, punta a valorizzare il patrimonio architettonico e naturale di Todi: “Venendo dall’Australia, resto ancora oggi stupita dalla bellezza di certi luoghi. Fare musica in quei contesti è un’esperienza totale: visiva, acustica, emotiva”.
La seconda edizione, in programma dal 10 al 14 settembre 2025, si preannuncia ancora più ricca. Tra le novità, una collaborazione con l’Accademia Chigiana di Siena e l’arrivo di sei musicisti dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Tornerà anche il programma giovanile, ampliato grazie a nuove partnership internazionali. Inoltre, due cantanti d’opera kenyoti, selezionati dal Ministero della Cultura del Kenya, parteciperanno alla residenza artistica.
Non mancheranno gli eventi collaterali – flash mob, concerti all’aperto e DJ set – pensati per coinvolgere un pubblico ampio e variegato. “L’obiettivo è sempre quello: rendere la musica accessibile senza mai compromettere la qualità. E, naturalmente, celebrare l’Italia, la sua cultura, la sua generosità. Io mi sento a casa qui, e questo è il mio modo per restituire qualcosa”, conclude Breana.
Il programma dettagliato della seconda edizione del Todi Musica Festival sarà annunciato nelle prossime settimane, ma l’entusiasmo è già palpabile. Per Breana Stillman, la musica resta il mezzo privilegiato per costruire comunità, generare bellezza e, soprattutto, creare connessioni là dove sembrano non esserci. Un’idea semplice, eppure rivoluzionaria, che continua a trovare nuova voce sulle colline umbre.