MOSCA – Dividere l’Ucraina in zone controllate dagli europei ad ovest e dai russi ad est, sull’esempio di Berlino dopo il 1945: la proposta di Keith Kellogg, formulata in un’intervista al Times, è piombata come un macigno su una trattativa per un cessate il fuoco già molto complicata.

Un messaggio controverso, che ha spinto l’inviato di Donald Trump a fare una precisazione: “Mi riferivo ad aree o zone di responsabilità per una forza alleata – ha scritto l’inviato Usa su X –, non a una spartizione dell’Ucraina”.

La tregua appare ancora un miraggio e non ci sono state svolte sostanziali neanche dopo il faccia a faccia a San Pietroburgo tra Steve Witkoff e Vladimir Putin.

Stati Uniti e Ucraina hanno riaperto le trattative per l’accordo sui minerali e, secondo le ultime indiscrezioni, Washington vorrebbe anche il controllo di un gasdotto chiave per il transito delle forniture russe verso l’Europa.

Volodymyr Zelensky ha intanto lanciato un appello ai Paesi occidentali affinché forniscano sistemi di difesa aerea sulla città di Kryvyi Rih, dove il 4 aprile scorso un missile russo ha provocato 20 morti tra cui 9 bambini.