SYDNEY - Intervenendo oggi ad un evento organizzato da News Corp, Albanese ha evitato di escludere completamente modifiche alla GST, ma ha chiarito di non essere favorevole all’idea di aumentare le tasse sui consumi. Alcuni economisti hanno proposto di innalzare la GST dal 10 al 15% e di ampliarne la base includendo beni come generi alimentari freschi e assicurazioni sanitarie private, per finanziare la riduzione di altre imposte.

Tuttavia, secondo il primo ministro, ciò renderebbe il sistema fiscale più regressivo, facendo pesare maggiormente il carico fiscale sui redditi più bassi. “Sono un sostenitore della tassazione progressiva - ha dichiarato Albanese -. Le tasse sui consumi, per definizione, sono regressive. Non è una misura coerente con la nostra agenda”.

Oltre alla riforma fiscale, Albanese ha promesso di sostenere il settore privato come motore principale della crescita economica. Dopo tre anni di lotta all’inflazione e al caro vita, la priorità del governo ora è quella del rilancio della produttività.

“Il governo deve facilitare la crescita, non sostituirsi ad essa”, ha detto Albanese, sottolineando la necessità di ridurre la burocrazia per favorire investimenti e occupazione.

L’intervento del primo ministro ha deluso chi sperava in un allentamento delle protezioni nei rapporti di lavoro. Pur avendo salari elevati rispetto ad altri Paesi della regione, l’Australia può tornare competitiva nella manifattura grazie all’uso efficiente della tecnologia e alle energie rinnovabili, non tagliando i salari, ha detto Albanese.

L’opposizione ha accolto con cautela il discorso del primo ministro. La senatrice Bridget McKenzie ha invitato il governo a usare il proprio mandato elettorale per ridurre i vincoli burocratici e stimolare davvero la produttività.