SYDNEY - Tensione e caos questa mattina alla capitale, dove centinaia di persone si sono radunate davanti al Darling Harbour per protestare contro l’Indo Pacific International Maritime Exposition, una delle principali fiere della difesa nell’emisfero australe.

L’evento di tre giorni, presentato come “il forum di riferimento che collega industria, governo, accademia e tecnologia nel settore della difesa”, ha attirato anche numerosi contestatori contrari al commercio di armi e alla presenza di aziende israeliane.

La manifestazione, organizzata dal Palestine Action Group, è cresciuta di intensità nelle prime ore del mattino. Verso le 8, la polizia ha utilizzato spray urticante per disperdere i partecipanti che tentavano di oltrepassare le barriere di sicurezza. Entro metà mattinata otto persone erano già state arrestate, mentre altre venivano allontanate con la forza dall’ingresso principale del centro congressi.
Le autorità hanno confermato che gli agenti in tenuta antisommossa sono stati dispiegati per proteggere gli accessi all’evento e garantire la sicurezza dei delegati. “La polizia sarà presente per assicurarsi che non ci siano violazioni della pace e che l’impatto sulla comunità sia minimo”, ha dichiarato un portavoce.

Gran parte della protesta si è concentrata sul ruolo del governo del New South Wales, accusato di ospitare una manifestazione inopportuna nel pieno del conflitto a Gaza. Gli espositori includevano produttori di armamenti israeliani e altre aziende legate all’industria militare. “Chris Minns, hai il sangue sulle mani”, hanno gridato i manifestanti, rivolgendosi al premier del NSW.

Intervistato da ABC Radio, Minns ha dichiarato di non essere coinvolto nell’organizzazione della fiera né nelle decisioni relative alle relazioni internazionali dell’Australia. “Non stanno vendendo armi nucleari a Darling Harbour - ha detto -. Si tratta di una conferenza marittima legata alla marina”.

L’episodio ricorda le scene di scontri avvenute a Melbourne un anno fa, durante un’altra esposizione di armamenti, quando migliaia di persone bloccarono il traffico, appiccarono fuochi e si scontrarono con la polizia. Anche a Sydney, la tensione tra forze dell’ordine e manifestanti ha mostrato quanto il tema del commercio di armi resti esplosivo nel dibattito pubblico australiano.