MONTEVIDEO - La Fiera internazionale del libro di Montevideo è diventata un affascinante corridoio di storia e cultura grazie all'incontro intitolato Viaggio attraverso le biblioteche più belle d'Italia. L’evento ha visto protagonista la docente e storica dell'arte Giulia Ampollini, originaria di Malnate (Varese). Laureata in Storia dell'Arte a Genova, Ampollini si dedica da anni alla promozione della cultura italiana in Uruguay, collaborando attivamente con l’Istituto Italiano di Cultura. 

Il viaggio è iniziato con la sfarzosa Biblioteca Ambrosiana di Milano. Fu fondata nel 1609 dal Cardinale Federico Borromeo, che successivamente istituì anche la Pinacoteca Ambrosiana (1618), il cui obiettivo era di “creare un centro culturale aperto a tutti”, come ha spiegato la professoressa.

L’importanza del fondatore non è solo storica: “La sua intelligenza, la sua cultura, la sua bontà (riferito al Borromeo, ndr), è stata riportata da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi”, dove l’autore “descrive la grandezza di questo personaggio”, sottolinea Ampollini. 

La Pinacoteca annessa custodisce capolavori come il Ritratto di musico di Leonardo da Vinci, la Canestra di frutta di Caravaggio e il disegno preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello. Quest’ultimo fu acquistato dal Cardinale Borromeo nel 1607 mentre si trovava a Roma. All’epoca non era comune conservare i disegni preparatori per un affresco, ma, come spiega Ampollini, “Borromeo ne capisce l’importanza”, e grazie a questa visione l’opera è giunta fino a noi.

La Biblioteca, inoltre, custodisce il Codice Atlantico, la più ampia raccolta di disegni e scritti di Leonardo da Vinci, il cui nome deriva dal formato dei fogli, “lo stesso utilizzato negli atlanti”. Il Codice è oggi disponibile in formato digitale sul sito dell'istituzione. 

Passando a Genova, città già raccontata al pubblico uruguaiano (nella conferenza I Rolli di Genova), Ampollini ha menzionato Via Balbi, inclusa nelle “Strade Nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli”, distretto riconosciuto nel 2006 come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Al numero 5 si trova l'edificio che fu il Collegio dei Gesuiti, oggi sede dell'Università di Genova. Nel vicino Palazzo Balbi Senarega è possibile ammirare affreschi come Il ratto di Persefone e Il carro del Tempo di Valerio Castello. All’epoca in cui dipinse queste opere, Castello era “un artista giovane, quello che fanno i Balbi è, basicamente, un’investimento. Decidono di assumere questo giovane artista che poi diventerà in pittore famoso”. 

Successivamente, il viaggio è approdato a Venezia con la Biblioteca Nazionale Marciana. La facciata, ha ricordato la professoressa, è stata “costruita da Jacopo Sansovino, architetto e scultore”. All'interno, al centro del soffitto del vestibolo, si può osservare l’Allegoria della Sapienza di Tiziano, mentre nella Sala della Libreria si trova una serie di ritratti di filosofi, tra cui cinque opere di Jacopo Tintoretto, e “nel soffitto 21 medaglioni dipinti da diversi artisti, con rappresentazioni delle scienze e delle arti”, racconta Ampollini.

Tra i volumi, la biblioteca conserva il codice dell’Historia naturalis di Plinio, un’edizione appartenuta a Pico della Mirandola, e il Venetus A, “la versione più antica e completa dell’Iliade di Omero”. 

Raggiungendo Roma, è stata presentata la Biblioteca Vaticana, l’unica in questa lista a non essere visitabile liberamente. La sua storia inizia con una visione di Papa Niccolò V: “Ogni Papa, alla propria morte, lasciava in eredità al Vaticano i propri beni e così nacque l'idea di costruire una nuova biblioteca per organizzare tutto il patrimonio della Chiesa”.

Tra i pezzi più importanti custoditi ci sono “90 dei 120 disegni che Sandro Botticelli ha fatto della Divina Commedia”, inclusa la rappresentazione dell’Inferno di Dante Alighieri. Qui si trova anche la più antica Bibbia (IV secolo, scritta in greco) e una curiosa prima edizione del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei, “un’opera scritta mentre era professore all’università di Padova”, racconta la professoressa, in cui Galilei documenta le sue scoperte fatte con il cannocchiale. 

Il tour ha toccato la Biblioteca Lucchesiana di Agrigento, costruita per volere del Cardinale Andrea Lucchesi Palli. “Questa biblioteca, non era grande, ma abbastanza interessante, perché il Cardinale era collezionista di codici egizi e copti”, ha spiegato la professoressa.

Dopo un periodo di declino dopo il suo abbandono a inizi del 1900, la sua salvezza è legata a Luigi Pirandello. L’edificio è infatti il luogo su cui a cui si è ispirato per la sua biblioteca del Boccamazza nel romanzo Il fu Mattia Pascal. Ampollini ha sottolineato che “quella di Pirandello è stata un’azione di sensibilizzazione sulle condizioni della biblioteca”. 

Infine, il viaggio si è concluso a Napoli con la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III. L’edificio che la ospita è il noto Palazzo Reale, “perché era il palazzo che era stato utilizzato prima dai Borboni, e poi dai Savoia, come residenza quando si trovavano a Napoli”, spiega la storica.

La biblioteca ha anche una connessione particolare con la Biblioteca Lucchesiana, ovvero la sezione Lucchesi Palli, creata da un altro ramo della stessa famiglia. “In questo caso, Giuseppe Lucchesi Palli era un collezionista di opera lirica, perchè sua madre era cantate. Quindi alla sua morte lasciò in eredità alla Biblioteca Nazionale di Napoli un fondo con 15.000 tra libretti di opera, flyer, testi musicali. Ed è così che è stata creata la sezione Lucchesi Palli dedicata alla musica lirica”, racconta Ampollini. 

La Nazionale di Napoli include anche l'importante Fondo Vanvitelli (digitalizzato), una raccolta che documenta l'attività dell'architetto Luigi Vanvitelli (tra cui i progetti per la Reggia di Caserta), e il Fondo Leopardi (anch’esso digitalizzato). Quest'ultimo custodisce importanti scritti che, alla morte del poeta nel 1837, rimasero in possesso del suo amico Antonio Ranieri, che li raccolse e infine li donò alla biblioteca. Oltre alla documentazione autografa della maggior parte dei Canti, il fondo conserva la bozza di A Silvia, uno dei suoi poemi più famosi. 

Il viaggio attraverso queste meraviglie architettoniche e collezioni inestimabili non è stato solo una lezione di storia dell’arte, ma una dimostrazione vivida di come il patrimonio culturale italiano continui a ispirare e ad affascinare ben oltre i confini della penisola. L’incontro, infine, ha offerto un programma diverso per chiunque stia pensando un viaggio in Italia, mirato a esplorare tesori lontano dalle tipiche rotte turistiche, spesso inaccessibili a causa dell’overtourism.