TEL AVIV - Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è in tribunale per la ripresa del processo a suo carico per corruzione. Netanyahu, che ha ripetutamente cercato di ritardare la sua comparsa in tribunale, è il primo ministro israeliano in carica ad affrontare un processo penale. 

Il premier è entrato nell’aula del tribunale distrettuale di Tel Aviv, dopo essersi astenuto dal rilasciare dichiarazioni ai media. Il primo ministro ha stretto la mano ai membri della Knesset, ai ministri e ai sostenitori presenti all’udienza, e poi ha discusso brevemente con il suo avvocato Amit Hadad e con i membri della coalizione, compreso il presidente della Knesset Amir Ohana.  

“Prima di tutto, grazie. Ho atteso questo momento per otto anni, per dire la verità come la ricordo, una verità che è importante anche per la giustizia. Non c’è giustizia senza verità”. Così ha esordito il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu durante la sua testimonianza, dopo essere stato avvertito dalla giudice di dire solo la verità, come ogni altro testimone. 

Nel corso della sua dichiarazione, Netanyahu ha parlato anche delle sue responsabilità come primo ministro. “Sono anche il primo ministro, gestisco il Paese, guido lo Stato di Israele e l’esercito israeliano in una guerra su sette fronti, eppure pensavo che fosse possibile fare entrambe le cose contemporaneamente – ha detto davanti al Tribunale di Tel Aviv, in un’aula gremita da politici e persone arrivate per ascoltare la sua testimonianza –. Ma pochi giorni fa è successo qualcosa di tettonico, tettonico significa un terremoto. E questa è una scossa che non si verificava da 100 anni, da quando è stato firmato l’accordo Sykes-Picot. Questo cambiamento altera la realtà, abbiamo cambiato il volto del Medio Oriente e avrà conseguenze storiche”. L’allusione è al crollo del regime di Assad in Siria, mentre l’accordo Sykes-Picot è un trattato del 1916 con il quale Francia e Gran Bretagna decisero la suddivisione delle province dell’Impero Ottomano. 

Netanyahu ha deliberatamente evitato di sedersi sul banco degli imputati finché i fotografi non hanno lasciato l’aula, poiché è vietato scattare foto dopo che i giudici sono entrati. Il tribunale non ha accolto la richiesta dei media di trasmettere la testimonianza in diretta. 

Fuori dal tribunale, gruppi di manifestanti, tra cui i familiari degli ostaggi, si sono riuniti per esprimere il loro dissenso a Netanyahu, mentre altri gruppi esprimevano il loro sostegno al premier. Presente Maayan Sherman, madre del soldato rapito e ucciso Ron Sherman, con in mano una foto del figlio, su cui aveva scritto: “Rapito a causa di Netanyahu. Assassinato da Netanyahu”. 

La prima udienza si è conclusa, il premier israeliano ha iniziato a testimoniare nell’ambito del processo penale in cui gli vengono contestati numerosi capi di accusa, testimonianza che riprenderà domani alle 14.30.