BUENOS AIRES - Il Corridoio Produttivo Turistico Culturale Italia-Argentina (Cptcia) è nato nel 2001, nel pieno della crisi economica, all’Università di La Plata, con deputati, operatore della produzione e dell’industria. “In quel momento critico abbiamo proposto assieme al rettore la creazione di una ‘mappa’, una strada da seguire, che abbiamo battezzato Corridoio Produttivo Turistico Culturale tra Italia – Argentina”, racconta il direttore Nicolás Moretti.

Sin dall’inizio la proposta intendeva creare un ponte di relazioni e azioni specifiche tra gruppi di italiani e argentini con competenze e abilità diverse, per lavorare insieme nei settori della produzione, del turismo e della cultura, con l'obiettivo di creare ricchezza e posti di lavoro. 

Moretti all’epoca era consigliere in Argentina per la Regione Puglia e presidente dell’Associazione Pugliese di La Plata, e “questo ha agevolato molto le relazioni con organismi statali in Italia”, spiega.  

Il progetto è iniziato con un primo viaggio in Italia, dove è stato presentato alle istituzioni assieme a una lista confezionata dall’ospedale Rossi (importante centro medico di La Plata), con tutto quello di cui avevano urgente necessità gli ospedali argentini colpiti dalla crisi. 

Durante quella prima missione, il direttivo aveva incontrato Raffaele Fitto, che oggi è vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, ma in quel periodo era presidente della Regione Puglia. Capendo la situazione critica in cui si trovava l’Argentina in quel momento di profonda crisi economica, accolse le richieste della delegazione. 

La Regione, sensibilizzata, aveva quindi interpellato diversi laboratori che donarono medicinali da portare in Argentina. La Camera di commercio di Bari copri le spese del container e la Rai si occupò di promuovere e comunicare l’iniziativa. 

Arrivarono sette tonnellate di medicine che furono distribuite in diversi ospedali della Provincia di Buenos Aires, di Córdoba e Tucuman, e anche all’ENIT per l’assistenza agli italiani in difficoltà residenti nel Paese.

“Il giorno in cui arrivò il container mi misi a piangere, non riuscivo a crede quello che eravamo riusciti a fare con l’aiuto dell’Italia”, ricorda Nicolàs. 

Fu un primo passo, dettato dall’emergenza, ma che diede vita a un progetto più articolato. “Da quel momento abbiamo iniziato ad avere una reputazione, ma manteniamo un basso profilo”, spiega Nicolás. Infatti, il Cptcia non è un “marchio” conosciuto, nonostante lavori dietro le quinte all’organizzazione di tantissime iniziative. 

Il fiore all’occhiello è la cattedra aperta all’Università Nazionale di La Plata, creata nel 2015, per il trasferimento di conoscenze, con diversi diversi incubatori d’impresa, come il progetto Donne imprenditrici. 

“Abbiamo dimostrato che una associazione italiana regionale, quando si impegna, può fare molto,” dice Nicolás. 

Inoltre, dal 2015 il Cptcia organizzano un festival locale di musica italiana, che ha come madrina la famosa cantante argentina Valeria Lynch. A cui si è affiancato, dal 2021, un festival della moda battezzato Italia sulla Pelle, il cui padrino è il celebre stilista Gino Bogani. 

“Abbiamo lottato molto per affermarci con la collettività italiana, perché proponevamo un modello innovativo che non era compreso, ma noi insistevamo sul fatto che bisognava cambiare approccio perché altrimenti le associazioni rischiano di morire”.  

Durante la pandemia hanno creato il Centro di studi di lingua e cultura italiana (Celci), una moderna piattaforma online, con corsi certificati dall’Università per stranieri di Siena, esperta nella didattica delle lingue straniere.  

Nel 2022 è nato il Festival della Gastronomia Italiana che si svolge due volte all’anno a La Plata. Il 5 e il 6 aprile si celebrerà la sesta edizione, nel parco Alberdi della città. 

Per riuscire a gestire tutte queste azioni, nel 2021 è stato necessario creare un ente ibrido per poter vincolare le azioni dell’ambito pubblico dell’associazione e della cattedra, con quelle dell’ambito privato, con le Camere di commercio e le aziende che partecipano alle iniziative.  

È così è nata l’Agenzia di coordinazione territoriale Italia – Argentina, una Srl privata con ingerenza pubblica. “Volevamo che fosse un ente pubblico, ma i sindaci dei diversi Comuni, di distinto colore politico, erano sempre in contrasto tra loro, quindi ci siamo istituiti come un ente ibrido”, spiega Nicolás.  

Con questo strumento per la gestione già ben costituto, a ottobre del 2024 hanno presentato ufficialmente al Senato italiano la “Rete municipale tra Italia e Argentina”, uno spazio di cooperazione in cui i Comuni di entrambi i Paesi possono condividere esperienze, conoscenze e risorse. 

“Siamo un caso di studio, perché è incredibile che tutto questo sia nato da una semplice associazione italiana – riflette Nicolás –. Se lo abbiamo fatto noi lo possono fare anche le altre e dimostrare che abbiamo le capacità di creare relazioni solide con l’Italia”.