MILANO - Pene per quasi 90 anni di carcere complessivi e riconoscimento di tutte le imputazioni: da un omicidio recente a un tentato omicidio del 2019, fino a due associazioni per delinquere, tra cui un presunto “patto” d’affari tra la Curva Sud milanista e la Nord interista, quest’ultima con aggravante mafiosa per i legami con la ’ndrangheta. 

Si è chiuso così, in primo grado e con rito abbreviato, il processo nato dalle indagini della Dda di Milano condotte dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, che avevano portato al blitz “Doppia Curva” del settembre scorso, con 19 arresti. 

Alle condanne si aggiungono i risarcimenti per Lega Serie A, Inter e Milan, costituitesi parte civile. “Il tifo rossonero deve essere sano e privo di qualsiasi forma di violenza e delinquenza”, ha commentato il Milan. 

Le condanne, firmate dalla gup Rossana Mongiardo, hanno riguardato tutti i 16 imputati, ma le più alte sono toccate ai capi delle due curve: 10 anni ciascuno per Andrea Beretta (Nord interista) e Luca Lucci (Sud milanista). 

Beretta, oggi collaboratore di giustizia, era imputato per diversi reati: vertice dell’associazione aggravata finalizzata a pestaggi ed estorsioni e autore dell’omicidio di Antonio Bellocco, esponente della curva Nord e legato a un clan della ’ndrangheta.  

Ha ottenuto le attenuanti previste per i collaboratori, fornendo anche elementi utili alla riapertura del caso sull’uccisione di Vittorio Boiocchi nel 2022.  

Anche per Lucci, detto “il Toro”, 10 anni di carcere: era ritenuto il mandante del tentato omicidio dell’ultrà Enzo Anghinelli, oltre che promotore dell’associazione per delinquere. In aula aveva provato a difendersi raccontando anche di visite ad Arcore “per parlare di calcio con Berlusconi”. In sua solidarietà, i tifosi milanisti hanno organizzato un presidio vicino all’aula bunker accanto a San Vittore. 

Dieci anni anche per Daniele Cataldo, vice di Lucci ed esecutore materiale dell’agguato ad Anghinelli, che si è costituito parte civile e ha commentato: “È stata fatta giustizia”.  

Otto anni per Marco Ferdico, figura di spicco della Nord prima degli arresti, e due con pena sospesa, infine, a Debora Turiello, accusata di gestire cassa e biglietti della curva interista. 

Gli ultrà, aveva spiegato il pm Storari, si muovevano come “milizie private”, in rapporti, anche con istituzioni e società calcistiche, che di fatto li legittimavano. 

Il giudice ha poi riconosciuto provvisionali per danni patrimoniali e d’immagine: 20mila euro alla Lega Serie A, 50mila ciascuno a Inter e Milan. “La Lega si è schierata con i club per tutelare i valori dello sport e accertare la verità”, ha dichiarato l’avvocato Salvatore Pino. 

Le difese, tra cui i legali Mirko Perlino e Jacopo Cappetta, hanno già annunciato il ricorso in appello.