DEVONPORT - Sei bambini persero la vita quando un “dust devil” — un vortice di polvere improvviso — sollevò in aria il castello gonfiabile durante una festa scolastica. L’evento scosse profondamente la comunità di Devonport e tutta la Tasmania.

La pubblica accusa aveva sostenuto che il castello non fosse stato ancorato in modo adeguato. Tuttavia, la difesa ha argomentato che il disastro era imprevedibile e inevitabile. Il giudice Robert Webster ha stabilito che l’evento atmosferico era “imprevedibile” e che qualunque azione fosse stata intrapresa da Gamble “non avrebbe cambiato l’esito finale”.

I familiari delle vittime hanno reagito con incredulità alla lettura della sentenza. Andrew Dodt, padre del piccolo Peter, ha detto di sentirsi spezzato: “Tutto ciò che volevo era un’ammissione di colpa, un ‘mi dispiace’ per mio figlio che non è mai tornato a casa”.

Georgie Burt, madre di Zane Mellor, ha espresso profonda delusione nel sistema giudiziario dello stato: “Questo verdetto non riflette il peso della nostra perdita”.

Il giudice ha riconosciuto che l’ancoraggio era parziale — solo quattro degli otto punti previsti erano stati fissati — ma ha ribadito che l’effetto del vortice sarebbe stato comunque devastante.

All’uscita dal tribunale, la legale di Gamble ha letto una dichiarazione della sua assistita: “Sono una madre. Porterò il dolore di questa tragedia con me per il resto della mia vita”.