Un turismo che non si accontenta della superficie, ma affonda le mani nella terra, nella pasta fatta in casa, nelle reti dei pescatori. È questo lo spirito di Vera Italia, una piattaforma che si propone di connettere i viaggiatori con le persone del luogo, custodi delle tradizioni italiane.

Lanciata ufficialmente il 22 gennaio 2025, Vera Italia è una piattaforma digitale nata in Calabria e fondata da Chiara Barbera, australiana di origini italiane, oggi domiciliata a Scalea, piccolo comune in provincia di Cosenza, affacciato sul Tirreno. A soli tre mesi dal lancio, il progetto ha già raccolto le prime prenotazioni e ha attirato l’attenzione di viaggiatori in cerca di esperienze vere, lontane dalle rotte convenzionali.

“È una piattaforma che connette viaggiatori con le persone del posto e nasce con un obiettivo preciso: parlare delle tradizioni e salvaguardarle”, racconta Chiara Barbera a Il Globo. “Voglio dare voce e visibilità a chi ogni giorno, con umiltà, porta avanti la nostra cultura. Non professionisti del turismo, ma persone autentiche”.

La raccolta delle olive in Calabria (Foto: Manuel Mandato)

Nata e cresciuta a Brisbane, Chiara è figlia di emigrati siciliani. “I miei nonni si sono trasferiti dall’Italia in Australia. Sono cresciuta con loro, parlavo italiano, cucinavamo insieme. Da bambina ero quella un po’ ‘strana’, che passava il tempo con i cugini e faceva le cose all’italiana”, ricorda. “Quello che mi colpiva era come i miei nonni fossero riusciti a mantenere viva la cultura italiana per più di sessant’anni, quasi immutata: era il loro modo per non dimenticare chi fossero”.

Il desiderio di conoscere da vicino i parenti rimasti in Italia l’ha spinta, nel 2018, a fare il grande passo: un viaggio che si è trasformato in un trasferimento. Oggi vive a Scalea, nella terra del suo bisnonno, dove ha ritrovato cugini e parenti rimasti. “Mi sono sentita subito a casa. Era il sogno di una vita”, confida.

Al centro di questo progetto ci sono i Culture Creators – creatori di cultura - persone comuni che offrono esperienze legate alla loro quotidianità: dalla raccolta delle olive alla panificazione, dalla lavorazione del formaggio al pescaturismo. “È il mio orgoglio più grande. Parlo con queste persone e insieme costruiamo l’esperienza: devono essere momenti significativi, in cui chi partecipa può capire davvero cosa c’è dietro una tradizione”, spiega Chiara. “Per esempio, se si partecipa alla raccolta delle olive, non si viene messi semplicemente a lavorare nei campi. Si assiste all’intero processo, si mangia insieme, si entra in casa”.

Oggi la piattaforma propone oltre 120 esperienze diverse, tutte concentrate in un raggio di circa due ore da Scalea, comprendendo anche parte della Basilicata. Tra le proposte ci sono la visita a un’azienda agricola biologica, laboratori di pasta fatta a mano, la realizzazione di cesti intrecciati con materiali naturali, escursioni in mare con pescatori locali che spiegano le tecniche tradizionali di pesca.

L’esperienza turistica è modulabile: il viaggiatore può scegliere liberamente il proprio itinerario accedendo al sito e navigando per categorie o per singolo Culture Creator. “Il format è ‘Choose your own adventure’”, precisa Barbera. “Puoi vedere chi sono le persone, leggere la loro storia, oppure esplorare le attività e prenotare direttamente. La prenotazione arriva alla persona che ti ospita, e si può anche comunicare direttamente con loro via chat. E se c’è bisogno, i Culture Creators sono disponibili anche ad aiutare negli spostamenti”, spiega.

Chiara Barbera e i Culture Creators (Foto: Manuel Mandato)

Per agevolare i viaggiatori stranieri, inoltre, la giovane imprenditrice sta cercando anche di coinvolgere alcuni studenti italiani con conoscenze di inglese: “Così i ragazzi possono fare pratica e i turisti possono avere un aiuto nella comprensione. È un modo per far crescere anche la comunità locale”.

L’approccio di Barbera si distingue anche per la scelta controcorrente di non affidarsi ai social media per la promozione del progetto. “Sono l’unica startup nel 2025 che non usa i social”, afferma ridendo. “Punto tutto sulle connessioni umane. Quando ho fatto scalo a Singapore ho lasciato segnalibri e bigliettini ovunque. Ora ho amici che mi aiutano a distribuire biglietti da visita in Australia, Spagna, Londra”.

Il passaparola si sta rivelando efficace: le prime prenotazioni sono arrivate e la risposta da parte delle comunità locali è positiva. “Vedo entusiasmo nelle persone del posto. Per molti è la prima volta che vengono valorizzati per quello che sanno fare da sempre. È anche un modo per riscoprire il valore della propria cultura”, racconta.

Insomma, Vera Italia sembra essere uno strumento concreto per promuovere un turismo più consapevole e rispettoso delle tradizioni locali. “Per me Vera Italia è come aprire la porta di casa e dire: vieni, ti faccio vedere com’è davvero la nostra Italia”, conclude Chiara Barbera.