CANBERRA - Il partito di Pauline Hanson, One Nation, sta registrando un’impennata di consensi mai raggiunta negli ultimi otto anni, mentre la Coalizione liberale-nazionale sprofonda ai minimi storici, penalizzata dalle tensioni interne e dal malcontento dell’elettorato su immigrazione di massa, carovita e politiche per l’ambiente.
Secondo l’ultimo sondaggio Newspoll, realizzato in esclusiva per il quotidiano The Australian tra lunedì e giovedì della scorsa settimana su un campione di 1.264 elettori, il sostegno di base alla Coalizione si attesta al 28%, appena un punto sopra al 27% registrato il mese scorso, che eguagliava il livello più basso mai toccato dal 1985, anno inaugurale del sondaggio.
Il rilevamento, condotto poco prima dell’uscita di scena di Andrew Hastie dal governo ombra di Sussan Ley, fotografa una situazione particolarmente difficile per l’opposizione conservatrice.
Il Partito Laburista di Anthony Albanese continua a mantenere saldamente la guida per quanto riguarda il voto primario, con un sostegno stabile al 37%, il dato più alto dal giugno 2023. In totale, su base bipartitica, l’ALP può contare su di una maggioranza molto ampia sulla Coalizione: 57% contro il 43%
Albanese gode inoltre di un vantaggio schiacciante su Ley nella preferenza sulla persona preferita per sostenere il ruolo di primo ministro: 52% a 30%, il margine più ampio mai registrato a suo favore nei confronti dal luglio 2023.
Il primo ministro ha beneficiato di una recente tournée internazionale, con tappe negli Stati Uniti per il vertice delle Nazioni Unite, nel Regno Unito per un incontro con re Carlo III, e in Medio Oriente, dove ha celebrato la firma di un accordo di libero scambio con gli Emirati Arabi Uniti. Al termine di questi viaggi, la valutazione complessiva della sua performance è migliorata sensibilmente: il saldo tra giudizi positivi e negativi si attesta ora a –1%, con il 47% degli elettori soddisfatti e il 48% insoddisfatti.
Al contrario, la leader dell’opposizione Sussan Ley continua a perdere terreno. La sua popolarità è scesa a –20 punti netti, con solo il 31% degli intervistati che si dichiarano soddisfatti del suo operato, a fronte del 51% di giudizi negativi. Si tratta del quarto calo consecutivo dall’elezione a leader del partito: il suo indice era –7 a luglio, –9 ad agosto, e –17 a settembre.
L’emorragia di consensi coincide con una fase di divisioni interne al partito, accentuate dalle dimissioni di Hastie e dai contrasti sulla linea in materia di immigrazione. Il tema è diventato una spina nel fianco per la Coalizione, incapace di conciliare le posizioni più dure dell’ala conservatrice con quelle moderate.
In questo scenario di disorientamento nello schieramento del centrodestra, il soggetto che ne trae maggior vantaggio è senza dubbio One Nation. Il partito fondato da Pauline Hanson raggiunge un livello di consenso che non si vedeva dal 2017, raggiunendo l’11% delle indicazioni di voto primario.
Hanson, intervistata da Sky News, si è detta “incoraggiata” dai risultati del sondaggio, pur mantenendo un tono prudente. “Penso che sia un ottimo risultato, ma siamo ancora lontani dalle elezioni”, ha dichiarato.
Secondo la senatrice, il successo del suo partito riflette l’incapacità della Coalizione di rispondere ai timori reali della popolazione: “L’immigrazione di massa e la transizione verso le emissioni zero sono le politiche che più preoccupano gli australiani, insieme al costo della vita. La Coalizione non ha saputo affrontare questi temi: ha impiegato troppo tempo a definire una posizione. Li affronteranno davvero? E in che modo?”.
One Nation, che ha storicamente raccolto consensi nelle aree rurali e nei sobborghi in difficoltà economica, sta ora consolidando la propria presenza anche nelle regioni periferiche delle grandi città, dove l’aumento dei prezzi e le difficoltà nell’erogazione dei servizi pubblici stanno spingendo parte dell’elettorato conservatore a cercare alternative più radicali.
Il sondaggio segnala anche un leggero calo per i Verdi e per le altre formazioni minori, che perdono terreno dopo mesi di stabilità. Il Partito ambientalista, in particolare, perde un punto percentuale assestandosi sul 12%.